Spettacolo teatrale, vita e morte di un anarchico miliardario
Testo e regia di Mauro Monni
Spettacolo teatrale tratto dal romanzo "La tana della Iena"
di HASSAN ITAB
Storia di un ragazzo palestinese
con Carlo Orlando
Teatro in Cantiere
Attrice Contro presenta
Madama CIE
Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata.
Scritto diretto ed interpretato da Alessandra Magrini
Assemblea Permanente Campi Bisenzio Antifascista
ricorda la liberazione di Campi Bisenzio dal nazifascismo presentando lo spettacolo teatrale di Bebo Storti: MAI MORTI
L'Italia è un paese razzista?
Dal punto di vista dei provvedimenti legislativi sicuramente sì. L'introduzione del reato di clandestinità è una misura che secondo il governo di centro destra vuole colpire gli ingressi degli immigrati in Italia. Non è vero. Si accanisce nei confronti di chi nel nostro paese c'è già e svolge un lavoro come badante, oppure come assistente agli anziani, o ancora nel campo dell'edilizia, e li costringe a nascondersi e a scappare. Si tratta di persone che nella maggior parte dei casi sono perfettamente integrate nel tessuto sociale delle nostre città, i cui figli siedono di banco accanto ai nostri figli e che a causa della precarietà del lavoro vengono trasformate in clandestini, rinchiuse in dei campi di detenzione simili a dei lager ed espulse nel loro paese d'origine.
Con l'introduzione del reato di clandestinità non viene colpito chi ha commesso un reato ma una condizione anagrafica: essere nati nel paese sbagliato e non avere, di conseguenza, il permesso di soggiorno. Dovrebbero essere norme che garantiscono la sicurezza, ma un paese che costringe i suoi cittadini immigrati ad avere paura a presentarsi a un ospedale oppure a far registrare una nascita, non è un paese sicuro, ma un luogo dove per obbedire a logiche propagandistiche e ideologie razziste si genera sempre più insicurezza.
L'Italia è un paese fascista?
Sicuramente è un paese dove la riemersione del fascismo ha assunto una gravità e delle proporzioni preoccupanti.
L'istituzionalizzazione delle ronde, ad esempio, non solo rimanda ad una pericolosa idea di giustizia "fai da te", ma permette a quel pattume di formazioni politiche neofasciste che fino a poco tempo fa si muovevano quasi in clandestinità, di acquisire una legittimazione politica. Basta pensare alla Guardia Nazionale Italiana, che nella divisa e negli stemmi adottati ricorda le SS, oppure alle ronde nella città di Trieste, che si sono chiamate "Squadre Ettore Muti", un gerarca fascista della prima ora che nel suo curriculum poté vantare diversi assalti squadristi e l'occupazione della prefettura di Ravenna durante le operazioni della marcia su Roma. A Milano il comune aveva affidato da 2 anni i servizi di ronda ai Blue Berets, salvo poi scoprire dopo un'inchiesta giornalistica che alcuni dei dirigenti di questa associazione che per simboli ha l'acquila imperiale e il sole nero nazista, erano iscritti al partito Destra Nazionale MSI.
"Soltanto folklore" - sussurra qualcuno. Non è vero. Tanto per cominciare nell'anno 2009 i Blue Berets si sono portati a casa 850.000 euro di finanziamenti comunali. Per il solo servizio di vigilanza notturna nel metrò, la cifra stanziata dal comune guidato da Letizia Moratti è stata di 220.000 euro, soldi che sono stati sottratti dal bilancio dell'Atm. Non ci vuole molto a capire che dietro la privatizzazione della sicurezza si nasconde una grande business.
E poi non possiamo non constatare che le ronde rientrano in un clima reazionario più generale nel quale le uccisioni dei compagni, gli accoltellamenti e le aggressioni da parte di formazioni politiche neofasciste sono in costante aumento in tutta Italia e cominciano a muovere i primi passi anche nella nostra regione. A Massa le SSS, nome piuttosto allusivo che ha usato la destra locale per organizzare le ronde, dopo alcune provocazioni, sono state fronteggiate da un gruppo di compagni. Il risultato? La polizia ha arrestato 2 promotori della risposta antifascista e antirazzista.
Rimane da constatare l'ottimo lavoro fatto dalle organizzazioni politiche antifasciste fiorentine, che hanno impedito nei mesi scorsi che questo fenomeno potesse aggredire la nostra città.
Questi sono i motivi che hanno spinto il Camilo Cienfuegos, il circolo Antonio Gramsci di Rifondazione Comunista, la sezione campigiana dell'Anpi e la cooperativa Macramè a proseguire la costruzione dell'Assemblea Permanente Campi Bisenzio Antifascista, di allargarla a quei soggetti che fino ad oggi hanno portato avanti con coerenza i valori della resistenza e dell'antifascismo e di stabilire 3 date fondamentali attorno alle quali promuovere delle iniziative sul territorio: la liberazione di Campi Bisenzio a settembre, la battaglia di Valibona a gennaio, la liberazione nazionale il 25 aprile.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Teatro in Cantiere
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