Il 27 Dicembre 2008 l'esercito israeliano iniziava l'operazione Piombo Fuso.
Fino 18 gennaio 2009 la striscia di Gaza venne sottoposta ad incessanti bombardamenti, anche con armi non convezionali.
L'aggresione sionista lasciò dietro di sé una lunga scia di sangue palestinese: 1.419 morti (la stragrande maggioranza civili, oltre 300 i bambini), 5.360 feriti, oltre 2.000 edifici distrutti, in un territorio già profondamente prostrato da un prolungato assedio. Alcune delle conseguenze del bombardamento sono ancora in corso (inquinamento delle falde acquifere, aumento di tumori e altre patologie fisiche e psichiche).
Per non dimenticare, per non essere complici, per sostenere il popolo palestinese nella sua resistenza invitiamo a partecipare ai seguenti appuntamenti:
Io e miei compagni siamo coscienti degli enormi rischi a cui andiamo incontro, questa notte più delle altre; ma siamo certo più a nostro agio qui, nel centro dell'inferno di Gaza, di quanto lo saremmo mai stati nei paradisi metropolitani europei o americani, dove la gente festeggia il nuovo anno e non capisce quanto in realtà sia complice di tutte queste morti di civili innocenti.
Vittorio Arrigoni – da "Restiamo Umani", 3 gennaio 2009
Giornate della memoria del genocidio dei Palestinesi a Gaza
".... Prendete un pezzo di terra di 40 km per 5 e chiamatelo Gaza poi riempitelo con 1.4000.000 abitanti palestinesi. Circondatelo con il mare a Ovest, l'Egitto a Sud, Israele a Nord e a Est e chiamatela "terra dei terroristi". Poi dichiaratele guerra e invadetela con 232 carri armati, 687 blindati, 43 postazioni di lancio per jet da combattimento, 346 mortai, 3 satelliti spia, 64 informatori, 12 spie infiltrate e 8000 soldati. Ora dite che è per la difesa di Israele. E dichiarate che eviterete di colpire la popolazione civile...." (Raja Chemayel)
A partire dal 27 Dicembre 2008 e fino al 18 Gennaio 2009, con l'offensiva militare denominata "Piombo fuso", il governo di Israele ha compiuto uno dei più efferati massacri di tutta la storia dell'occupazione dei Territori Palestinesi. Il popolo di Gaza, già profondamente colpito da un lungo ed estenuante embargo è stato lasciato solo di fronte al criminale sterminio:
1419 Palestinesi uccisi, dei quali 1167 erano civili (318 bambini, 111 donne, 6 medici, 2 operatori ONU, 6 giornalisti)
5360 feriti, dei quali 1600 bambini e 830 donne. Moltissimi resteranno permanentemente invalidi e si registra una grande incidenza di tumori e di neonati con malformazioni causate dagli effetti di armi all'uranio e fosforo bianco.
Totalmente distrutte 2114 abitazioni e 3242 gravemente danneggiate con il coinvolgimento di almeno 20.000 civili.
Bombardati intenzionalmente, con 1 milione di kg di bombe, 16 ospedali, 215 cliniche mediche, 28 ambulanze, 21 scuole, 19 moschee, 167 stabilimenti industriali. Contaminati migliaia di ettari di campi coltivati.
Troppe voci in Europa e nel mondo, distratte sulle evidenti violazioni ma interessate soltanto a salvaguardare interessi economici, hanno continuato a sostenere Israele fino a quando il suo criminale governo si è sentito autorizzato a concludere l'operazione "Piombo fuso" con veri e propri crimini contro l'umanità, l'uso sulla popolazione civile di "armi di distruzione di massa" tassativamente proibite dal Diritto Internazionale, le micidiali "bombe DIME" che hanno ucciso tagliando a pezzi i corpi e le terribili "bombe al fosforo bianco" che hanno provocato ustioni inestinguibili per giorni e ferite difficilmente rimarginabili.
Il Consiglio per i diritti umani e l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno definito "crimine di guerra" il genocidio a Gaza, ma non siamo ancora arrivati alla condanna di questo massacro attraverso un giudizio della Corte Penale Internazionale, nonostante dell'uso di armi di distruzione di massa da parte di Israele e la totale violazione del diritto internazionale, dei diritti umani, della Convenzione di Ginevra.
E le violazioni continuano in tutta la Palestina con l'ampliamento del "muro di separazione" e con le innumerevoli restrizioni alla libertà di movimento, con l'impossibilità di lavorare, di curarsi, di coltivare la terra, di visitare i parenti. E' di nuovo silenzio sulle terribili condizioni di vita e le difficoltà di sussistenza, non solo a Gaza, ma a Gerusalemme est e in tutti i Territori Occupati della Palestina.
Raccogliendo l'appello della comunità senegalese invitiamo a partecipare alla manifestazione di Sabato 17 (ore 15 con partenza da piazza Dalmazia) dietro lo striscione "Oggi come ieri contro il fascismo, con ogni mezzo necessario"
Diop Mor e Samb Modou. Questi sono i nomi delle due persone uccise a Firenze. Due morti e tre feriti, tutti senegalesi tutte vittime dell'odio razziale.
Ai loro familiari e amici e a tutta la comunità senegalese va la nostra vicinanza.
In tanti in queste ore parlano di follia, di un pazzo isolato. Un modo per nascondere la testa sotto terra, per sentirsi tutti assolti.
Noi sappiamo che non è così.
C'è senz'altro della follia nel gesto di ieri. Ma è una giornata di follia che non nasce dal niente.
L'assassino infatti ha una lunga militanza negli ambienti della destra xenofoba e razzista. Era considerato un "intellettuale" di quell'area che si muove tra antisemitismo e negazionismo, tra neofascismo e difesa della razza.
Ci sono foto recenti che lo ritraggono insieme ai "fascisti del terzo millennio" di Casapound Pistoia. La stessa organizzazione che, per dirne una, ha recentemente celebrato a Firenze i "franchi tiratori".
Che fosse tesserato, militante o simpatizzante poco importa. Un fascista che girava armato e che poteva colpire chiunque.
Alla luce poi dei rapporti di amicizia emersi a Pistoia tra Casapound e alcuni elementi della questura locale che hanno perseguitato gli antifascisti pistoiesi tutto diventa ancora più inquietante.
Alla rabbia per i morti si somma il fastidio per coloro che in queste ore stanno mettendo in piazza la loro ipocrisia.
Questa strage, così come il raid a Torino dei giorni scorsi, nasce non solo dalle teorie razziste della destra estrema ma anche da quel razzismo diffuso figlio della criminalizzazione dei clandestini, il razzismo dei CIE, delle retate anti immigrati, dei pacchetti sicurezza da sbandierare in campagna elettorale da destra e sinistra istituzionale.
Emblematici quindi del clima che si respira anche a Firenze ci appaiono non tanto le rivendicazioni apparse sui siti dei neonazisti italiani, quanto i primi commenti apparsi, ad esempio, sul sito del più famoso quotidiano locale quando ancora si parlava solo di due senegalesi morti in piazza Dalmazia.
Commenti che andavano dal "meno due" al "ecco i risultati della Firenze multirazziale".
Ma Firenze è anche una città in cui come antifascisti e antirazzisti ci siamo sempre mobilitati contro il razzismo, contro l'apertura di un CIE, lo sfruttamento e la criminalizzazione degli immigrati, contro il revisionismo e le scorribande delle varie organizzazioni di estrema destra, denunciando anche le loro connivenze con la destra istituzionale che li protegge e foraggia.
Il prezzo di tutto questo sono state denunce, perquisizioni arresti spesso con il plauso di chi oggi in piazza si riempie la bocca di vuota retorica.
Oggi come ieri saremo nelle strade per combattere il razzismo e la xenofobia e per negare ogni agibilità ai fascisti di ieri di oggi.
Contro il razzismo, contro il fascismo. Con ogni mezzo necessario.
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Con la caduta del governo Berlusconi e l'avvento del nuovo esecutivo di Monti, si è aperta nel paese una nuova stagione politica in piena continuità con la precedente.
La caduta del governo Berlusconi infatti è avvenuta per implosione interna e su richiesta dei cosiddetti "poteri forti" nazionali e internazionali. Per questo, nonostante il "circo berlusconiano" sia stato fortunatamente salutato, ci sono sembrati del tutto inopportuni i brindisi di qualche leader del centrosinistra pronto a festeggiare non si sa bene cosa, considerato che la caduta non è certo dipesa dall'opposizione parlamentare ed il futuro è tutt'altro che roseo e denso di aspettative.
Il governo Berlusconi è stato quindi sostituito da un governo definito "tecnico", in realtà espressione politica di banche, vaticano, finanza, …...un vero e proprio "comitato d'affari della borghesia".
Un governo composto da una serie di personaggi pienamente organici a tutte quelle forze che sono tra le prime responsabili di questa crisi. Una crisi del sistema capitalistico che è strutturale e non, come qualcuno fa credere, dovuta esclusivamente ad una eccessiva finanziarizzazione.
Un governo che è stato ed è tuttora parte del problema e non sicuramente parte della soluzione.
Un governo che, oltretutto, è stato immediatamente accolto da stampa e forze politiche istituzionali come un governo di salvezza nazionale, incensato e osannato per la sua sobrietà, la sua "tecnicità", la sua credibilità presso gli organismi internazionali.
Si è quindi preparato il terreno ad un governo che, non solo ha già detto di confermare buona parte dei provvedimenti del precedente, ma che applicherà quelle ricette tanto care a FMI e BCE che si tradurranno inevitabilmente in privatizzazioni, tagli allo stato sociale, attacchi ai diritti dei lavoratori, ai loro salari. Insomma lacrime e sangue per ampi settori popolari, ma con "maggiore sobrietà e competenza da parte di chi li impone".
Ancora più importante diventerà allora mobilitarsi per contrastare questo governo, i suoi referenti sovranazionali e i suoi provvedimenti volti a salvare, mascherandola come salvezza nazionale, gli interessi del capitale. Gli interessi di un sistema iniquo, ingiusto, basato sul profitto e sullo sfruttamento degli esseri umani e dell'ambiente.
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Sabato 26 novembre come CPA Firenze e Cantiere Sociale K100fuegos abbiamo organizzato un'iniziativa sulla lotta che ormai da settimane alcuni lavoratori stanno portando avanti con un presidio davanti ai cancelli dei Magazzini Esselunga di Pioltello (Mi). Blocchi della merce e picchetti durante gli scioperi hanno visto coinvolti i lavoratori di diverse cooperative, comitati di sostegno, realtà territoriali e del sindacalismo di base.
Durante l'iniziativa è intervenuto anche Riccardo Antonini, recentemente licenziato da RFI per il suo impegno a fianco dei familiari delle vittime della strage di Viareggio. Tra le altre cose, durante il suo intervento, Antonini ha ricordato l'appuntamento di lunedì scorso all'inaugurazione della nuova stazione AV di Roma Tiburtina alla quale i ferrovieri in lotta, l'Assemblea 29 giugno di Viareggio e i No TAV sarebbero stati presenti per contestare Moretti.
Tra domenica e lunedì queste due esperienze di lotta hanno subito un gravissimo attacco: nel primo caso una "squadretta" di capi, capetti e crumiri ha cercato di forzare il presidio davanti ai cancelli Esselunga creando le condizioni per la successiva provocazione sbirresca, mentre nel secondo caso sono stati direttamente polizia e carabinieri a caricare il presidio che avrebbe voluto portare la propria voce all'interno della stazione davanti agli occhi di Moretti e Napolitano.
A loro esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro appoggio sottolineando la nostra disponibilità ad organizzare eventuali iniziative che si reputeranno necessarie per denunciare l'accaduto o per proseguire e rafforzare queste lotte.
Centro Popolare Autogestito Firenze-sud
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos (Campi B.)
Riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni stanno arrivando gli avvisi di garanzia a 21 compagni e compagne del SiCobas, del Centro Sociale Vittoria e del Coordinamento di sostegno, con riferimento alla lotta dei lavoratori delle cooperative in appalto ai magazzini Bennet di Origgio iniziata a luglio del 2008.
Come sempre non entriamo nel merito dei fatti contestati e delle accuse, annotiamo solo la loro pretestuosità che indica responsabilità generiche di "reati commessi in un unico disegno criminoso" in 3 picchetti in occasione degli scioperi.
Vogliamo invece denunciare con forza il loro carattere fortemente politico contro un movimento a sostegno delle lotte dei lavoratori delle cooperative che sta dando forti segnali di crescita e sviluppo e che sta incominciando a mettere in crisi il sistema di schiavismo, sfruttamento e caporalato che regola in maniera fortemente gerarchica e autoritaria i rapporti di lavoro all'interno delle cooperative.
Un pesante sistema di accumulazione di profitto, con chiari segni d'infiltrazione mafiosa, contro il quale i lavoratori di numerosissime cooperative, a stragrande maggioranza immigrati, hanno cominciato a scontrarsi, proprio a partire dalla lotta di Origgio del 2008, tessendo un filo rosso di comunicazione e solidarietà di classe che sta costruendo lotta dopo lotta, picchetto dopo picchetto, assemblea dopo assemblea un percorso basato sull'autorganizzazione, sull'identità di classe e sull'unità dei lavoratori.
Un percorso che, al di là della concretezza delle vertenze sindacali e delle sacrosante rivendicazioni per condizioni salariali e di lavoro migliori, si pone direttamente su un piano politico, parlando di identità, di dignità, di ugualitarismo, di abbattimento delle gerarchie e ponendo il problema della generalizzazione del conflitto a tutti i settori lavorativi
Ricordiamo brevemente, a tutti e tutte, solo gli episodi più eclatanti di questo percorso: la lotta dura e le cariche violente della polizia e carabinieri alla Gls Executive di Cerro Lambro, i picchetti e le iniziative di denuncia dentro i supermercati Billa, la lotta dei giorni scorsi dei lavoratori in appalto alla Sda di Carpiano e quella ancora in corso contro lo strapotere e l'arroganza delle cooperative in appalto al polo logistico Esselunga di Pioltello.
Proprio domenica 27 novembre l'aggressione squadristica organizzata dalle cooperative utilizzate dal "mago" Caprotti fa capire come grandi consorzi, padroni e padroncini vari vogliano alzare il livello dello scontro sul terreno repressivo fino all'aggressione fisica organizzata.
Evidentemente queste lotte stanno lasciando il segno nelle tasche dei padroni di turno che, sentendo messo in discussione il loro "comando", tendono sempre di più a spostare sul terreno prettamente politico del potere, lo scontro con i lavoratori e contro chi pratica in maniera militante la solidarietà di classe.
In un momento di crisi strutturale dell'economia capitalista dei paesi dell'occidente industrializzato, crediamo che ogni momento di conflitto che si ponga sul terreno concreto della resistenza e della lotta, vada valorizzato e generalizzato ponendo le basi di un confronto e di un avvicinamento di tutte le situazioni di lotta contro la precarietà e lo sfruttamento di classe.
Siamo convinti che questa sia una scelta obbligata per sviluppare una alternativa reale di sistema e non di governo alla società capitalista, un'opposizione di classe che possa strutturarsi basandosi sulla resistenza all'applicazione generalizza del "piano Marchionne" e sulla contrapposizione di massa alla repressione di ogni lotta che non si ponga sul terreno della concertazione.
CON QUESTE DENUNCE VOGLIONO SPAZZARE VIA LA LOTTA DEI LAVORATORI !
SOLIDARIETA' PER CHI LOTTA !
LA REPRESSIONE NON FERMERA' LE LOTTE DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE!
LA SOLIDARIETA' E' UN' ARMA USIAMOLA!
I compagni e le compagne del Csa Vittoria
www.csavittoria.org vittoria@ecn.org
milano 29.11.2011
Approfittiamo di questa occasione per ricordare che è in corso una campagna di raccolta fondi per la cassa di resistenza dei lavoratori licenziati all' Esselunga di Pioltello e una campagna di denuncia e di propaganda contro il "sistema Esselunga" con un manifesto da ritirare al presidio permanente di Pioltello.
I versamenti possono essere effettuati, indicando la causale: "Presidio operaio esselunga":
• con bollettini postali sul ccp nr. 3046206
• con bonifici sul c/c IBAN IT13N0760101600000003046206
• con vaglia postale
tutti intestati a: Sindacato Intercategoriale Cobas, Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano
Riceviamo e pubblichiamo:
Giriamo il comunicato del Sicobas (il sindacato di base che rappresenta i lavoratori in lotta) aggiungendo solo alcune considerazioni sulla giornata di ieri
L'aggressione che i lavoratori hanno ieri subito è stata, nell'Italia del piano Marchionne e dei governi "tecnici", solo uno sfoggio violento di potere da parte della cooperativa, un potere che sa molto di cupola mafiosa al lavoro per difendere gli interessi economici del mago dell'Esselunga, utilizzando crumiri prezzolati organizzati in squadraccia e, evidentemente, le cosiddette forze dell'ordine sempre presenti in forze ma stranamente assenti al momento dell'aggressione tranne 2 agenti della digos con telecamera.
Un potere, quindi con molti troppi evidenti problemi, tali da trasformare una presunta prova di forza in un oggettivo segnale di debolezza da parte della cooperativa e dell'Esselunga, che continua a dichiararsi estranea alla vertenza, perchè la volontà dei lavoratori di rispondere ai licenziamenti per una richiesta di migliori condizioni salariali e di lavoro, dopo ormai un mese non dà alcun segno di cedimento, ma anzi rilancia in avanti con il sostegno di una campagna politica ormai nazionale.
Il filmato che è stato girato ieri, è una chiara e incontrovertibile testimonianza che inchioda una squadraccia di crumiri organizzata militarmente e comandata dal capo bastone in auto (che li aizza alla carica) ma, purtroppo, non può documentare l'incredibile arroganza e il tentativo d'intimidazione delle forze dell'ordine che hanno circondato l'assemblea dei lavoratori, dei delegati sicobas e dei compagni e compagne presenti, per perquisire la tenda e l'area del presidio con la scusa di una pretestuosa ricerca, andata vana, di "oggetti di difesa".
denunciamo queste provocazioni rilanciando sul terreno dell'iniziativa e invitanto tutti e tutte a esprimere la massima solidarietà militante ai lavoratori in lotta della coopeerative in appalto al polo logistico Esselunga di Pioltello partecipando alle prossime 2 iniziative di mercoledi 30 novembre
Centro Sociale Vittoria Milano 28.11.2011
Il secondo giorno di sciopero si conclude con un'aggressione squadrista guidata dal presidente del Consorzio Safra in persona (il sig. Longo, già noto per aver subito una gambizzazione qualche anno fa) e da persone estranee all'attività presso l'Esselunga e uno dei capi-reparto del magazzino salumeria (il sig. Bosso, le cui dimissioni fanno parte della piattaforma di lotta).
All'azione hanno partecipato una cinquantina di persone, fra cui una quindicina di mazzieri provenienti da altri luoghi di lavoro e reclutati dopo che, all'una di pomeriggio, un'analoga operazione era stata sventata da rapporti numerici chiaramente sfavorevoli al Consorzio.
Verso le 16,30, invece, il plotone di crumiri con alla testa su un'auto il titolare del consorzio avanza deciso, cordonato e compatto come una squadra d'assalto,verso il presidio e va direttamente allo scontro fisico con gli scioperanti (per le immagini clicca qui: http://www.youtube.com/watch?v=Qo4DSKrhGW8). La situazione degenera in fretta, lo scontro fisico provocato è inevitabile e, alla fine, una ventina di persone varcano i cancelli (è da ricordare che il presidio ha da sempre preferito "filtrare" i crumiri invitandoli a desistere di entrare a lavorare senza esercitare nessun atto di violenza ma di persuasione) . Il resto desiste e decide di allontanarsi oppure di discutere con gli scioperanti, confermando le minacce ricevute nel caso non fossero entrati e di non avere in ogni caso intenzione di entrare a lavorare scontrandosi con dei colleghi in lotta.
Va sottolineata l'olimpica assenza delle forze dell'ordine che però giungono in forza durante l'assemblea conclusiva della giornata e danno il meglio di sè cominciando a peruqisire il presidio permanente e i suoi dintorni alla ricerca di...."armi da picchetto".
Dopo un mese di mobilitazione permanente, dopo due giorni di sciopero che hanno preso di mira i reparti del "fresco" mostrando la possibilità di colpire profondamente gli interessi economici aziendali, alla vigilia dell'inizio del procedimento per discriminazione nei confronti dei delegati licenziati, i dirigenti Safra perdono la testa e cercano di far leva sui rimasugli di crumiraggio che gli sono rimasti pur di mostrare a Esselunga di avere ancora in pugno la situazione.
Ma le ragioni degli operai in lotta sono troppo forti per farsi intimidire e arretrare.
Come abbiamo scritto nell'ultimo volantino (in allegato): "dicembre sarà un mese caldo. La lotta continuerà fino alla vittoria!"
Rilanciamo quindi con forza la mobilitazione preparandoci anche noi al periodo natalizio.
Mercoledì 30 novembre
ore 11,30, via Pace 10: conferenza stampa davanti al tribunale del lavoro per l'inizio del procedimento legale contro Safra
ore 21, presso il presidio permanente: assemblea pubblica per decidere i passi successivi
SiCobas
ore 17,30 al Cpa Fi-sud via villamagna 27/a
"Noi lavoratori del CONSORZIO SAFRA, in appalto con mansioni di
movimentazione merci presso i magazzini ESSELUNGA di Pioltello, siamo il lotta per rivendicare i nostri diritti e contrastare lo sfruttamento e l'arroganza padronale a cui siamo sottoposti.
Per questo ci siamo uniti ed organizzati e per questo il consorzio SAFRA vuole licenziare 15 nostri compagni, con l'intento di indebolirci e ricondurci al silenzio.
Calpestati nella nostra dignità, sfruttati come animali, truffati sulle buste paga.
ORA BASTA!
In queste settimane, sconfiggendo la paura, abbiamo dimostrato che è possibile organizzarsi e lottare.
Adesso ci serve il tuo sostegno. Ci occorre il tuo aiuto.
Occorre che altri operai, altri cittadini, facciano sentire la loro voce ad ESSELUNGA.
Siamo in maggior parte lavoratori stranieri, costretti il più delle volte ad accettare condizioni di estremo sfruttamento pur di avere un regolare contratto di lavoro che ci permette di rinnovare il permesso di soggiorno, senza il quale rischiamo la detenzione e l'espulsione.
Renderci schiavi e sottopagati è funzionale per aggredire i diritti e le condizioni salariali di tutti i lavoratori, anche italiani.
Sostenere la nostra lotta significa sostenere la DIGNITA' di tutti i lavoratori ed il diritto ad una esistenza migliore."
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA USIAMOLA.
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Cpa Fi-sud
Ore 18.00 Tra speranze e illusioni, dopo la richiesta di riconoscimento all'onu quale futuro per la Palestina?
Interverranno:
Y. Salman - Mezza luna rossa Palestinese
G. Monti - Forum Palestina
M. Mingarelli - Ass. amicizia Italo-Palestinese
Ore 20.00 Cena palestinese-italiana, per sostenere i progetti dell'ass. amicizia Italo-Palestinese.
Ore 23.00 Concerto reggae con EL-V
https://trasportopubblicobenecomune.wordpress.com
https://www.facebook.com/ComitatocontrolaprivatizzazionediATAF
Il giorno 21 novembre è convocata l'Assemblea dei soci di ATAF: i sindaci dei comuni proprietari di ATAF si riuniranno per deciderne il futuro.
In vista di questa giornata il Comitato contro la privatizzazione di ATAF – per il trasporto pubblico bene comune promuove una serie di iniziative:
Chiediamo a tutti i Sindaci che si impegnino nel rispettare la volontà espressa dai loro cittadini nel referendum di giugno:
un trasporto pubblico locale non inquinante e garantito a tutte/i è un fattore determinante per la vivibilità della città e costituisce, di conseguenza, un bene comune: perciò è nell'ambito pubblico che devono rimanere gli strumenti che vi si riferiscono.
Dire no alla privatizzazione dell'ATAF è una questione che riguarda tutta la cittadinanza perché, come ci insegnano le esperienze in Italia e all'estero, la qualità del servizio non può essere garantita da un privato che deve trarre profitto dalla gestione di quel servizio; per farlo dovrà risparmiare sui costi del lavoro, dovrà tagliare le linee meno redditizie anche se socialmente utili e dovrà infine aumentare il costo del biglietto.
addetti alla movimentazione delle merci nei magazzini della Esselunga di Milano, hanno lanciato a livello nazionale una giornata di solidarieta' e sostegno alla lotta che ormai da diversi giorni li vede protagonisti.
Sul territorio fiorentino, il CPA fi-sud alla Esselunga del Gignoro e il Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos alla Esselunga di Campi Bisenzio, hanno dato il loro contributo con un volantinaggio.
Di seguito il testo distribuito in occasione del volantinaggio a CampiLettera aperta degli operai delle cooperative dei magazzini ESSELUNGA
"IL MAGO DI ESSELUNGA" utilizza cooperative che sfruttano i lavoratori!
Noi lavoratori del CONSORZIO SAFRA, in appalto con mansioni di movimentazione merci presso i magazzini ESSELUNGA di Pioltello, siamo in lotta per rivendicare i nostri diritti e contrastare lo sfruttamento e l'arroganza padronale a cui siamo sottoposti.
Per questo ci siamo uniti ed organizzati e per questo il consorzio SAFRA, vuole licenziare 15 nostri compagni, con l'intento di indebolirci e ricondurci al silenzio.
ESSELUNGA non vuole lavoratori organizzati e sindacalizzati che scioperano e lottano nei propri magazzini e vorrebbe buttarci fuori, dopo che per anni ci ha spremuto come limoni.
Calpestati nella nostra dignità, sfruttati come animali, truffati sulle buste paga.
ORA BASTA!
Noi operai stiamo lottando per:
In queste settimane, sconfiggendo la paura, abbiamo dimostrato che è possibile organizzarsi e lottare. Adesso ci serve il tuo sostegno. Ci occorre il tuo aiuto. Occorre che altri operai, altri cittadini, facciano sentire la loro voce ad ESSELUNGA.
Siamo in maggior parte lavoratori stranieri, costretti il più delle volte ad accettare condizioni di estremo sfruttamento pur di avere un regolare contratto di lavoro che ci permette di rinnovare il permesso di soggiorno, senza il quale rischiamo la detenzione e l'espulsione.
Renderci schiavi e sottopagati è funzionale per aggredire i diritti e le condizioni salariali di tutti i lavoratori, anche italiani.
Sostenere la nostra lotta significa sostenere la DIGNITA' di tutti i lavoratori ed il diritto ad una esistenza migliore.
CONTRO LA PRECARIETA' E LO SFRUTTAMENTO!
BOICOTTIAMO I SUPERMERCATI ESSELUNGA!
Solidarizza con un piccolo gesto. Strappa e consegna alle casse il testo sottostante.
All'attenzione della
ESSELUNGA - Via Giambologna, 1 - Sede Centrale
IO SONO DALLA PARTE DEI LAVORATORI
Sono SOLIDALE con i lavoratori del CONSORZIO SAFRA, in appalto con mansioni di movimentazione merci presso i magazzini ESSELUNGA di Limito di Pioltello.
Per oggi mi unisco alla denuncia, da domani non comprerò più nei vostri supermercati.
Un cliente non indifferente
Perché dal primo novembre sono scesi in lotta per rispondere ai 15 provvedimenti di sospensione politica dei loro delegati sindacali che denunciavano le condizioni di lavoro ed economiche disumane e perché stanno lottando per la loro dignità e condizioni di vita e di lavoro migliori.
Perché i lavoratori immigrati pagano con maggiori carichi di lavoro e di sfruttamento la loro maggiore ricattabilità.
Perché questi lavoratori stanno costruendo, giorno per giorno, una resistenza incredibile contro un nemico molto forte che ha dalla sua potenza economica, potere di condizionamento politico, crumiri e forze dell’ordine, contando solo sulle loro forze e sulla loro determinazione.
Perché questa lotta dimostra che lottare è possibile, che lottare rinforza dignità e solidarietà e giorno per giorno insegna a tutti noi a praticare unità dal basso e autorganizzazione.
Perché la lotta spazza via ogni differenza basata sul colore della pelle, sul sesso, o sulla cultura.
Perché la lotta di questi lavoratori è diventata uno scontro che è politico, che è di sopravvivenza, perché la cooperativa sostenuta da Esselunga non vuole trovare accordi per non costruire un precedente, perché il sistema esselunga è basato su violenza paura e ricatto.
Perché la loro lotta è solo un piccolo pezzo dello scontro epocale che si sta vivendo in questo momento di crisi strutturale del capitalismo, tra una classe al potere che non vuole mettere in discussione i suoi margini di profitto e la massa dei lavoratori a cui si chiede o meglio, si vuole imporre di pagare i costi di questa crisi.
Perché noi siamo per l’abbattimento di questo modo di produzione basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che ha fatto diventare la precarietà un elemento strutturale delle nostre vite
LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA, USIAMOLA!
Sosteniamo le lotte dei lavoratori!
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Serata di informazione sulla situazione ataf a sostegno dei lavoratori in lotta contro la privatizzazione del trasporto pubblico.
Ore 20.00 Pizzata
Ore 21.45 Dibattito, interverrà Alessandro Nannini (rsu ataf)
Alla fine Riccardo Antonini è stato licenziato. La formula di circostanza della "perdita del rapporto di fiducia" usata da FS allude a quanto già sostenuto nella diffida e nella sospensione dal lavoro di dieci giorni ossia un presunto conflitto di interessi fra la status di dipendente delle ferrovie e tecnico di parte nel processo dell'incidente di Viareggio in cui FS sono imputate.
Un imbavagliamento per tutti i ferrovieri che vengono impediti ad esprimere un contributo d'esperienza negli accadimenti ferroviari. E' altresì scandaloso che il consulente di parte possa brigare, mentire, distorcere: il giudice si avvale proprio del contraddittorio fra le parti per valutare le argomentazioni messe sul tavolo.
"La fedeltà aziendale" prevista dai contratti nazionali non può essere un ostacolo all'interesse pubblico e alla verità. Un altro ferroviere, anch'egli consulente tecnico, si era dimesso dall'incarico dopo la diffida.
Altri casi che tutti conoscono tra i molti ferrovieri sanzionati, il secondo licenziamento del macchinista Dante de Angelis, poi reintegrato dal giudice, a proposito dello spezzamento del treno ETR 500, oppure i ferrovieri che collaborarono alla trasmissione televisiva Report.
A Riccardo Antonini è stato contestato un conflitto di interesse con FS. Non è forse tale l'azione di un imputato (le FS) che impedisce alle parti avverse di esprimersi (avvalersi della competenza di lavoratori delle ferrovie) in forza dell'esercizio del potere gerarchico aziendale? Si vuole impedire ai ferrovieri di esprimere il loro punto di vista, così come si è nei fatti impedito agli operai di Mirafiori di votare gli aut-aut di Marchionne, così come si obbligano i giovani ad accettare lavori precari e sottopagati.
Scopriamo inoltre in questi giorni che uno dei periti del GIP che indaga sulla strage di Viareggio ha contratti di lavoro con FS. Sulla base delle perizie, Il GIP sta per convalidare la versione FS circa lo squarciamento del carro cisterna ribaltato da parte, non già di picchetti di rotaia piantati in verticale la cui rimozione era stata decretata da tempo, ma di un elemento strutturale dello scambio di stazione (disteso, liscio e sporgente dalla rotaia meno di quanto sia lo spessore dell'involucro tagliato della cisterna) che, come tale, non può essere imputabile ad alcuno.
A completamento del teorema che conclude il licenziamento, a Riccardo Antonini viene cucito addosso il vestito dell'agitatore che avrebbe inveito improperi a Mauro Moretti in occasione del convegno a Genova sulla sicurezza delle ferrovie, lo certificano tra tutti i presenti solo alcuni dell'entourage che fa da guardia del corpo dell'amministratore delegato.
Un provvedimento disciplinare ed un licenziamento puramente strumentali.
Una arroganza padronale che colpisce non solo un lavoratore ma anche i parenti ed amici dei morti di Viareggio.
CHIEDIAMO CON FORZA IL RITIRO DEL LICENZIAMENTO A RICCARDO ED ESIGIAMO INSIEME ALLE ASSOCIAZIONI DEI FAMILIARI I "VERITÀ E GIUSTIZIA PER VIAREGGIO".
FI, 8 novembre 2011
Confederazione Cobas, Collettivo Politico di Scienze Politiche, Unione Sindacale Italiana, Confederazione Unitaria di Base, Movimento di Lotta per la Casa, CSA next Emerson, CPA Firenze Sud, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Inizio cena ore 21
Cena a base di pecora
Prenotazione presso sede Cantiere
Seguirà DJ Set
Ore 21.30 presentazione del libro "Bastardi senza storia" con la presenza dell'autore
Ore 23.00 concerto con
Drunken Nights - Street punk - Prato
Trade Unions - OI - Livorno
Macete HC - Firenze
A seguire DJ SKA Original
Il 15 ottobre, raccogliendo il semplice appello dei movimenti spagnoli ¡TOMA LA CALLE! - Prendi la piazza, nelle principali città europee vi saranno manifestazioni e cortei contro le politiche economiche europee di tagli e sacrifici: diminuzione dei salari, licenziamenti e precarietà, tagli alle spese sociali e alle pensioni, alla sanità e all'istruzione, privatizzazioni e, dulcis in fundo, guerre e repressione. Queste sono le soluzioni che padroni, banche e governi vogliono imporre in questa crisi profonda del capitalismo, in Europa come nel resto del mondo.
Ma ovunque, mobilitazioni, iniziative e rivolte cercano di opporsi e resistere a queste ricette, rivendicando giustizia sociale, diritti ed autodeterminazione. Dalla resistenza tenace del popolo greco sotto attacco ormai da oltre due anni, alle rivolte in Egitto e Tunisia, dai movimenti spagnoli che dal maggio 2011 occupano le piazze, alle manifestazioni di New York e delle altre città negli USA, milioni di persone dicono BASTA alle guerre e un sistema economico in crisi che produce sempre più povertà e sfruttamento e impone sacrifici per quasi tutti e ricchezza per pochi.
Non ci sono le banche e gli speculatori finanziari cattivi a fronte di un sistema sano: è ormai, con tutta evidenza, il sistema stesso che va cambiato; non ci sono riforme possibili, compatibilità da accettare, responsabilità da prendersi nella gestione della crisi e delle politiche di sacrifici. La nostra responsabilità, adesso, è proprio quella di rifiutare queste politiche, di indicare strade diverse, appunto incompatibili, rifiutare la socializzazione delle perdite mentre i principali responsabili della gestione di questo sistema continuano ad arricchirsi invocando misure drastiche a danno dei lavoratori. Le nostre risposte sono nelle strade, nelle scuole e sui luoghi di lavoro, fatte di mutuo soccorso, solidarietà e condivisione, coscienti che non esistono soluzioni individuali o falsi nemici su cui scaricare rabbia e frustrazioni come gli immigrati.
Le risposte dei padroni e dei governi sono invece sempre le stesse: la GUERRA per cercare di frenare la crisi in una pericolosa logica competitiva tra stati imperialisti; la REPRESSIONE per fermare la rabbia dei giovani, dei lavoratori e di tutti coloro che non ne vogliono più sapere di farsi sfruttare. I tanti arresti denunce in Italia, passando da quanto successo a Firenze la scorsa primavera, sono solo la rappresentazione interna di quello che accade a New York, con 700 fermi dei manifestanti contro Wall Street nella giornata del 2 ottobre o in Spagna, dove 12 attivisti del Movimento15M, protagonista delle mobilitazioni recenti, sono stati arrestati a Barcellona. Il 15 ottobre anche noi saremo in piazza a Roma con altre migliaia e migliaia di lavoratori, studenti e pensionati.
Saremo in piazza contro l'osceno governo Berlusconi ma anche contro le finte opposizioni, già allineate alle letterine ed alle imposizioni dettate dalla Banca Centrale Europea; saremo in piazza per denunciare il ruolo dei sindacati concertativi, che oggi scioperano e domani firmano i peggiori accordi con Confindustria, come quello del 28 giugno. Saremo in piazza per dire che non è questa l'Europa che vogliamo e, uniti con tutti coloro che nel mondo lottano per una società diversa, a rappresentare la volontà di resistere e di costruire un'alternativa radicale ad un sistema marcio.
Il 15 ottobre scendiamo in piazza, raccogliamo l'appello per prendersi le piazze dei movimenti spagnoli, raccogliamo l'appello dei manifestanti greci a sollevarsi!
CONTRO IL CAPITALISMO PER UN MONDO SENZA PADRONI
Centro Popolare Autogestito fi-sud, Collettivo Politico Scienze Politiche,
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Rete dei Collettivi, Fondo Comunista
ore 20:00 Aperitivo al Cantiere
Ultima data utile per l'iscrizione al pullman per la manifestazione del 15 Ottobre a Roma
Dalle ore 15.00 Torneo antirazzista di calcetto
presso il circolo Dino Manetti via F. Baracca Campi Bisenzio
Dalle ore 22.30 al Cantiere Sociale, premiazione torneo, seguirà Disco Trash
Domenica 18 settembre 2011
12.30 Pranzo della Brigata Sinigaglia
A seguire, canti popolari e di lotta con Il Menestrello
Tutte le iniziative si svolgeranno alla Casina di Fontesanta: da San Donato in Collina (Bagno a Ripoli) seguire a destra per Parco di Fontesanta. Per info e prenotazioni: fontesanta@inventati.org
C'è chi decise di tradire mettendosi al servizio dell'occupante nazista e di repubbliche fantoccio, di essere complice dei peggiori eccidi che la nostra storia ricordi, di torturare, di sparare dai tetti della nostra città contro civili inermi. E c'è chi decise invece di combattere per la libertà e la giustizia, per l'uguaglianza, in clandestinità, nelle città come nei boschi e le montagne, convinto che solo assumendosi il peso della lotta si può sperare, oggi come ieri, in una società migliore. E' il loro testimone che abbiamo racolto. Al loro fianco continueremo a camminare verso la libertà.
Antifascisti/e, Parenti e Partigiani della Brigata Sinigaglia
Carcere, tortura, morte. Questo rischiava chi si opponeva al fascismo. Nonostante tutto in molti ebbero il coraggio di lottare, organizzarsi, vincere.
Come Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos non intendiamo dimenticare la loro lotta, il loro sacrificio.
Ricordare la Resistenza non significa imbalsamarla in vuote, mistificanti, retoriche celebrazioni, ma farsi quotidianamente portatori dei valori – attualissimi- che la animarono.
La Resistenza è stata guerra di liberazione nazionale dai tedeschi, ma anche guerra civile contro i fascisti e guerra di classe per la giustizia sociale.
Una vicenda storica molto diversa da quella che oggi ci viene propinata, con una Resistenza tutta schiacciata sulla prospettiva “patriottica” e “risorgimentale”.
Una lettura buonista e celebrativa che, anestetizzando e depotenziando i valori di cui la Resistenza era portatrice, ha spalancato le porte al cosiddetto revisionismo storico.
Un revisionismo che in realtà di storico ha ben poco e che si alimenta, più che attraverso la ricerca storica, nei salotti televisivi, sui giornali, con le fiction.
Un revisionismo che ha un preciso ed attualissimo obiettivo politico: legittimare vecchi e nuovi fascisti (anche attraverso il mito degli “italiani brava gente”) e criminalizzare i partigiani, la Resistenza, i comunisti e tutte le culture politiche che si rifanno alla lotta di classe e al conflitto come motore della storia.
Revisionismo che si è trovato la strada spianata anche da chi, a “sinistra”, ha equiparato partigiani e repubblichini e contribuito ad istituire la cosiddetta “giornata del ricordo”, enorme mistificazione sulla questione delle foibe e dei confini orientali.
In un momento di forte ripresa dei movimenti neofascisti, ben coperti e finanziati dalla destra istituzionale, pensiamo sia del tutto ipocrita celebrare i partigiani e poi ricorrere alla teoria degli “opposti estremismi” o della “guerra per bande” ogni volta che , chi l'antifascismo lo pratica, prova ad impedire che i fascisti aprano le loro sedi, acquistino agibilità politica, celebrino (come ad Agosto i fascistelli fiorentini di Casaggi e non solo) addirittura i franchi tiratori!
Pensiamo sia del tutto ipocrita celebrare Lanciotto, la Resistenza e contemporaneamente essere favorevoli ai Centri di identificazione ed espulsione (Cie), al razzismo istituzionale dei vari pacchetti sicurezza, alla mercificazione del territorio, al nuovo colonialismo delle guerre “umanitarie”, allo stato colonialista e razzista di Israele.
A chi crede nel fascismo, nel razzismo, nell' autoritarismo
A chi vuole relegare nel passato la lotta partigiana
A chi pensa di fermare l'antifascismo con le inchieste, gli arresti, le perquisizioni
A chi ci sfrutta, deruba, reprime risponderemo come abbiamo sempre fatto:
ORA E SEMPRE RESISTENZA
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Ai giardini di via Petrarca, Campi Bisenzio
dalle ore 16 giochi popolari e merenda
(Tiro alla fune, corsa coi sacchi, tiro al bersaglio)
dalle ore 21 concerto con:
Banda K100
Fratelli Rossi
GuestSka
Organizzato da:
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
ANPI Campi Bisenzio
Associazione Italia Cuba Circolo 26 Julio
Intervista al partigiano Sugo - Il partigiano Sugo sgombra il campo dai dubbi della storia raccontata dal sindaco Renzi e dai fascisti di Casaggi. In tre passaggi la Liberazione di Firenze, la Chiesa nella Resistenza e i franchi tiratori
Video: https://www.youtube.com/watch?v=cLE_L0f9ZWI
L'11 agosto è l'anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo.
Firenze fu liberata dai partigiani che quel giorno vi entrarono armi in pugno accolti da un popolo in festa pronto ad abbracciarli come figli.
Firenze fu liberata dalle Brigate Garibaldine e da tutti quei giovani che decisero di arruolarvisi, dai chi combatté in città come i gappisti o le SAP, ma anche da tutti coloro che davano sostegno e supporto alla loro azione come le staffette, i contadini che offrivano loro cibo e riparo, gli operai che nelle fabbriche sabotavano l'economia di guerra.
Questo è e deve essere l'11 agosto per Firenze: non ci interessano posizioni equilibrate o ancor meno il silenzio di fronte al vergognoso appuntamento lanciato dai fascisti di Casaggì.
Il silenzio più pesante è certamente quello delle istituzioni cittadine che autorizzando iniziative di questo tipo se ne rendono complici, concedendo ai fascisti spazi tali di agibilità politica che addirittura radio, ormai solo sedicenti di sinistra, arrivano a mandare in onda le loro interviste.
Andare a Trespiano a ricordare i franchi tiratori va addirittura oltre il tentativo di riscrivere la storia.
I franchi tiratori non furono una milizia combattente che si oppose ai partigiani e all'esercito alleato come Casaggì afferma, e ci sembra strano che siano riusciti a sparare addirittura all'esercito americano che in Firenze non è mai entrato!
Ci sembra invece giusto ricordare i franchi tiratori per quello che realmente furono: un manipolo di infami assassini prezzolati che dalle finestre e dai tetti ha sparato e ucciso civili inermi e disarmati con il fine di terrorizzare la popolazione.
La dice lunga il fatto che su richiesta dei partigiani furono proprio i fiorentini a lasciare le porte dei propri condomini aperte durante i rastrellamenti per permettere loro di catturali e successivamente giustiziarli.
Tantomeno è accettabile scivolare sull'equiparazione tra repubblichini e partigiani: i primi la guerra l'avevano voluta e continuavano a difendere un sistema di oppressione e sfruttamento, mentre gli altri si erano organizzati clandestinamente perché la guerra finisse prima e perché dalla ceneri del fascismo nascesse una società nuova.
Invitiamo quindi tutti gli antifascisti ad una mobilitazione capace di combattere l'indifferenza e il qualunquismo che ormai pervadono anche ambienti che fino a ieri, almeno su temi come quello della Resistenza, sembrava avessero sviluppato gli anticorpi necessari.
Che venga da destra o da "sinistra" la tanto decantata "pacificazione nazionale" non è affar nostro.
In nome di una falsa "memoria condivisa" vorrebbero relegare la storia della nostra città a momenti puramente commemorativi come se la storia stessa si fosse fermata quel giorno, come se le ideologie di allora e gli schieramenti che allora si affrontarono non fossero più cosa dei giorni nostri. Come se oggi sfruttati e sfruttatori non esistessero più, come se oggi la guerra, ammesso che la si chiami così, fosse un male necessario per "insegnare" ad altri popoli cosa sia la civiltà.
Niente di più falso e nello stesso tempo di più funzionale a chi oggi detiene il potere, sfrutta e bombarda privandoci della nostra storia, quella scritta da chi come noi era lavoratore e non era disposto ad accettare passivamente la condizione di sfruttato, ma esigeva un riscatto, il suo e quello della propria classe.
Proprio in questi mesi e in questi giorni, mentre padroni e governanti, tessono le fila di manovre "lacrime e sangue" e utilizzano i loro mezzi di persuasione di massa (informazione, guerra e repressione) per convincerci della loro necessità, la lotta di classe mostra ancora una volta tutta la sua attualità e con essa la lotta antifascista contro chi di questo sistema è un gendarme in camicia nera.
Firenze Antifascista
fipviavillamagna27a
per un trasporto locale pubblico e efficiente
https://trasportopubblicobenecomune.wordpress.com
https://www.facebook.com/ComitatocontrolaprivatizzazionediATAF
I 26 milioni di SI all'abrogazione della Legge Ronchi del recente referendum portano con sé la richiesta di una riappropriazione dei servizi pubblici essenziali da parte della cittadinanza. Un trasporto pubblico locale non inquinante e garantito a tutte/i è un fattore determinante per la vivibilità della città e costituisce, di conseguenza, un bene comune: perciò è nell'ambito pubblico che devono rimanere gli strumenti che vi si riferiscono.
Dire no alla privatizzazione dell'ATAF è una questione che riguarda tutta la cittadinanza perché, come ci insegnano le esperienze in Italia e all'estero, la qualità del servizio non può essere garantita da un privato che deve trarre profitto dalla gestione di quel servizio; per farlo dovrà risparmiare sui costi del lavoro, dovrà tagliare le linee meno redditizie anche se socialmente utili e dovrà infine aumentare il costo del biglietto.
Un indispensabile ruolo nella battaglia per far rimanere ATAF pubblica e perché i Comuni non decidano unilateralmente la vendita delle proprie quote è stato svolto dai singoli lavoratori e dalle RSU di ATAF che hanno promosso e organizzato con ottimi risultati e con adesioni che si avvicinavano ogni volta sempre di più al 100%, gli scioperi contro i Comuni che non volevano neppure discutere la vendita ai privati.
Ataf deve quindi rimanere pubblica e deve essere rilanciata con il sostegno pieno delle realtà cittadine - di movimento, sociali, politiche, culturali - e di tutti coloro che si sono battuti e si battono per i beni comuni, per la partecipazione, per i diritti di chi lavora, per un'idea di città non piegata agli interessi ed ai voleri dei poteri forti (e non "consegnata al "mercato" attraverso le privatizzazioni).
A Roma si stanno raccogliendo le firme contro la privatizzazione di ATAC e nel Consiglio straordinario del 6 giugno anche il PD, che a Firenze è il più strenuo e forse unico, difensore della privatizzazione ha ribadito la sua ferma contrarietà alla privatizzazione dell'Atac, presentando anche una mozione poi bocciata dalla maggioranza di Alemanno.
Proponiamo quindi di costituire il "COMITATO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ATAF- trasporto pubblico-bene comune" , che comprenda quanti - soggetti collettivi e singole persone - condividono la necessità di attivarsi contro la privatizzazione dell'ATAF per proporsi di:
1. informare la cittadinanza su tale azione portata avanti dall'Amministrazione di Firenze e sostenuta dagli altri Comuni soci di ATAF,
2. promuovere occasioni di dibattito e di confronto sul tema della mobilità e dell'importanza del servizio pubblico (per far sì che la mobilità non sia inquinante e venga concretamente garantita a tutte/i)
3. richiedere che il dibattito sul futuro di ATAF coinvolga in maniera approfondita e preventiva rispetto alla privatizzazione, i Consigli comunali dei Comuni soci dell’azienda ATAF e di quei territori che giornalmente sono serviti dal servizio di trasporto pubblico
4. sostenere in varie forme le iniziative dei lavoratori di ATAF e dei residenti delle zone in cui si ipotizzano tagli alle linee del trasporto
5. bloccare la privatizzazione e poi quello di portare, prima della decisione, la discussione nei consigli comunali e provinciale
6. unire tutte le iniziative e le proposte per affermare una "società dei beni comuni" che faccia della nostra città una comunità in cui la partecipazione dei cittadini interviene a regolare i servizi pubblici essenziali per la vita di tutti/e.
I soggetti promotori del Comitato sono:
Comitato Acqua Bene Comune Firenze, RSU Ataf
Progetto Conciatori, Ass. x sinistra unita e plurale- Rete @sinistra, Centro Popolare Autogestito Firenze-sud (CPA), Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos-Campi Bisenzio, Cooperativa politica fiorentina, Medicina Democratica-sez.Pietro Mirabelli-Firenze, Straffichiamo Firenze, Sinistra critica Firenze, Italia nostra Firenze,Forum Ambientalista Toscano e Fiorentino
Confederazione COBAS Firenze, USB Firenze, Movimento 5 Stelle Firenze, PerUnaltracittà-Firenze, Per un'altra Cittadinanza Attiva - Bagno a Ripoli,
Sinistra e Cittadinanza, Federazione dei Verdi, Federazione della Sinistra, IDV Firenze , IDV Provincia Firenze, PRC, Sinistra Ecologia e Libertà
Per contatti e info:
https://trasportopubblicobenecomune.wordpress.com
trasportopubblicobenecomune@gmail.com
Riceviamo e pubblichiamo dalle BSA
Ieri mattina nella campagna di Nardò è successo qualcosa di sorprendente. Quaranta lavoratori migranti stavano raccogliendo pomodori per 4 euro a cassone, un'ora circa di lavoro. Quando il caporale chiede loro di svolgere un'ulteriore mansione, esigono un adeguato aumento di compenso. Ovviamente non lo ottengono, e fin qui niente di inedito. Ma a differenza delle altre, questa volta tutti e quaranta i lavoratori decidono di non prestarsi all'ennesimo sopruso e di propria spontanea iniziativa abbandonano il campo interrompendo la raccolta.
Da vent'anni in queste campagne si assiste ad uno strutturale e diffuso fenomeno di sfruttamento di centinaia di stagionali migranti. Le condizioni di indigenza e la drammatica precarietà in cui vivono li spingono a sperare, ogni mattina, di essere reclutati dai caporali per paghe da miseria. La quantità di forza lavoro disponibile eccede di gran lunga la reale necessità di impiego, producendo un effetto di livellamento verso il basso dei compensi e della qualità delle condizioni lavorative. In altri termini, per ogni migrante che rifiuta di lavorare per pochi euro l'ora, ce ne sono altri dieci pronti ad implorare di essere reclutati pur di guadagnare almeno i soldi per mangiare.
Ma ieri mattina i migranti della Masseria Boncuri hanno fatto fronte comune incrociando le braccia in un'unica protesta. Per la prima volta li abbiamo visti radunarsi in assemblea e definire i punti salienti delle proprie rivendicazioni. Li abbiamo guardati con compiaciuto stupore mentre nominavano tra loro un rappresentante per ogni comunità: sudanesi, francofoni, nord-africani sono riusciti a superare le differenze di etnia e condizione lavorativa stabilendo una piattaforma comune di richieste e contestazioni. Denunciano lo sfruttamento del lavoro nero e il sistema dei finti ingaggi che consente ai caporali di far lavorare più migranti irregolari sotto un unico ingaggio falso. Pretendono il rispetto dei compensi definiti dal contratto provinciale, stabilendo un minimo sindacale di 6 o 10 euro a cassone a seconda della varietà di pomodoro. Chiedono alle autorità competenti di effettuare in modo sistematico i controlli nei campi ed esigono un impegno reale per l'avvio di meccanismi di incontro tra domanda e offerta in grado di eliminare l'intermediazione del caporalato tra imprenditore e operai. Rivendicano diritti, finalmente consapevoli del ricatto cui ogni giorno si sottopongono e decisi a scioperare finché non vedranno segnali concreti di un'inversione di rotta.
La protesta iniziata ieri è stata completamente spontanea e autogestita. Oggi buona parte dei lavoratori sono rimasti presso la Masseria rifiutandosi di andare a lavorare. La campagna "Ingaggiami contro il lavoro nero" già dall'anno scorso prevede pratiche, oltre che di assistenza e accesso ai servizi, di sensibilizzazione e informazione dei lavoratori rispetto al fenomeno del lavoro sommerso e alle normative contrattuali vigenti in agricoltura, che speravamo potessero fornire gli strumenti necessari per una presa di coscienza collettiva dei migranti in quanto specifica categoria lavorativa sfruttata. Oggi possiamo dire che dalla consapevolezza dei diritti esigibili possono nascere principi di autorganizzazione che, se tutelati da una presenza concreta e di supporto, trovano il terreno favorevole per permettere ai braccianti di ribellarsi alle condizioni di schiavitù su cui si erge gran parte del sistema agricolo italiano. Auspichiamo che le rivendicazioni emerse fino ad ora siano l'inizio di un processo di emancipazione che a partire dal basso venga riconosciuto dalle istituzioni competenti. Dal campo di accoglienza per braccianti di Nardò è nata un'esperienza che ha prodotto risultati concreti in termini di emersione del lavoro nero che crediamo possa essere un valido modello replicabile anche altrove.
Brigate di Solidarietà Attiva
Il 28 Giugno scorso Confidustria e CGIL-CISL-UIL hanno sottoscritto un accordo che, ratificando in pratica la "dottrina Marchionne", segna un ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori.
Per capire nei dettagli cosa comporta questo vergognoso accordo ne parliamo con le RSU Fiom Gkn, con esponenti dell'USB di Firenze e con tutti coloro che vorranno partecipare.
I/le compagni/e del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos invitano a partecipare al presidio di Giovedì 21 Luglio, per la liberazione degli attivisti internazionali sequestrati dai sionisti. Con Vittorio nel cuore. Palestina libera!
La Marina israeliana ha abbordato la Dignité, il battello della Freedom Flotilla 2 riuscito ad eludere il blocco greco ed a dirigersi verso la Striscia di Gaza assediata.
I diciassette passeggeri e membri dell'equipaggio sono stati sequestrati e portati, con la loro nave, nel porto israeliano di Ashdod.
A bordo della Dignité si trovano attivisti francesi, greci, svedesi e canadesi, oltre ad una troupe di Al Jazeera ed alla giornalista israeliana Amira Hass, del quotidiano Haaretz.
L'abbordaggio, secondo fonti israeliane è avvenuto "pacificamente"........ma essere prelevati da militari in assetto di guerra, in acque internazionali, può mai essere un atto pacifico? Forse è stato definito "pacifico" solo perchè non li hanno massacrati come fecero lo scorso anno, con i nove attivisti della Mavi Marmara?
La Freedom Flotilla Italia invita a manifestare contro questo ennesimo crimine dello Stato di Israele e per esigere l'immediata liberazione dei pacifisti sequestrati illegalmente, come illegale è l'assedio israeliano della Striscia di Gaza, dove oltre un milione e mezzo di persone sono costrette a vivere in un'immensa prigione a cielo aperto.
Ancora una volta Comunità Europea, Usa, Onu si dimostrano complici dello stato colonialista e razzista di Israele. Ma la solidarietà internazionale con il popolo palestinese non si arresta.
GIOVEDI' 21 LUGLIO 2011
DALLE ORE 17,30 ALLE 19,30
DAVANTI ALLA PREFETTURA DI VIA CAVOUR
presidio di solidarieta' con il popolo palestinese, per il rilascio dei sequestrati della dignite', per la fine del blocco di gaza.
VOGLIAMO NOTIZIE DEI NOSTRI COMPAGNI SEQUESTRATI IN MARE! SUBITO!
Presso circolo arci Dino Manetti vi Baracca 2a Campi Bisenzio (FI)
Mercoledi 13 Luglio
Ore 21.00 incontro con l'ambasciata cubana in italia sulle nuove riforme economiche a Cuba con Vladimir Perez consigliere politico amb. cubana e Andrea Genovali coord. regionale Italia-Cuba
Giovedi 14 Luglio
Ore 21.00 spettacolo di balli latinoamericani e cubanito dj
Ore 22.30 premiazione torneo di calcio a 5 "un calcio all'uragano"
con Igor Protti
Venerdi 15 Luglio
ore 21.00 concerto della Banda k100
Tutti i giorni è in funzione dopo le 19.00 ristorante e pizzeria, spazio giochi bambini, bar-budos mercato di artigianato cubano, mostra fotografica sulla rivoluzione cubana, banchetti informativi.
ildeposito.org, l'Istituto Ernesto de Martino e il Cantiere Sociale
presentano:
Ho cantato sempre in base ad una convinzione
Il 4° raduno del ildeposito.org
Dalle ore 17: pomeriggio libero per parlare, bere, suonare, cantare.
Ore 20: Cena popolare.
A seguire cantata libera e autogestita di canti popolari e di protesta.
all'Istituto Ernesto de Martino
Villa S.Lorenzo al Prato, via Scardassieri 47 Sesto Fiorentino
http://www.iedm.it
Ingresso libero
Per partecipare alla cena (del costo di 10 euro) è necessario prenotarsi entro il 5 Lulgio
Info, contatti, adesioni e prenotazioni:
info@ildeposito.org - http://raduno.ildeposito.org/
Come compagni del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, invitiamo tutti a partecipare lunedì 4 luglio ore 17,00 al presidio sotto il consolato greco via Cavour 38 Firenze
Fonte: Freedom Flotilla Italia - Comunicato stampa 1 luglio 2011
La nave Statunitense "Audacity of Hope" ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d'ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l'equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza "…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana". "Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele" hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L'obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.
MOBILITIAMOCI PER FARE PRESSIONE SUL GOVERNO GRECO
Freedom Flotilla Italia indice un presidio davanti all'Ambasciata greca in Via Mercadante a Roma
Lunedì 4 luglio alle 17,00 e invita alla mobilitazione in tutta Italia
Per ricevere notizie dalla e sulla Freedom Flotilla
facebook : http://www.facebook.com/people/Freedom-Flotilla-Italia/100001721984360
sito : http://www.freedomflotilla.it/
e dalla coalizione, witnessgaza : http://witnessgaza.com/
una missione umanitaria internazionale che si prefigge di forzare il blocco marittimo e l'assedio israeliano contro i palestinesi rinchiusi dentro la Striscia di Gaza. Una della ventina di imbarcazioni con a bordo «militanti umanitari» di varie nazionalità, cariche di tonnellate di aiuti di prima necessità.
La Stefano Charini sarebbe dovuta partire in questi giorni dal porto di Atene ma la Grecia, assecondando le pressioni israeliane, vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Questo il comunicato stampa della Freedom Flotilla Italia: La nave Statunitense "Audacity of Hope" ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d'ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l'equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza "…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana". "Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele" hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L'obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.
FIRENZE PER LA FREEDOM FLOTTILLA 2
Dietro l'apparenza della città vetrina è evidente come Firenze sia sempre più una città chiusa, dove le decisioni sono scelte di pochi e la dialettica, il dissenso ed il conflitto non sono tollerati.
Una città di cui il Sindaco Renzi fa una gestione privatistica, utile alla sua carriera politica, tra una comparsata sulle tv nazionali ed un'intervista a qualche grande quotidiano, dove dispensa appoggi alla Fiat di Marchionne e finte ipotesi di cambiamento. Ma non bastano gli annunci sulle pedonalizzazioni e l'immagine di sindaco più amato dai fiorentini a nascondere le reali condizioni di tutti coloro che abitano la città e che subiscono le conseguenze di queste scelte.
Nuovi milioni di metri cubi di cemento approvati con il piano strutturale e preda delle speculazioni edilizie, vendita dei servizi pubblici locali sempre all'ordine del giorno, l'annuncio della creazione di una holding comunale nonostante il senso inequivocabile dei risultati del referendum, tariffe sempre più alte dei servizi e tagli al personale, aumento degli sfratti ed assenza di una politica di edilizia popolare. Tutto questo in un clima di violento e demagogico attacco a tutti coloro che si oppongono alle politiche della giunta: come i lavoratori ATAF in lotta contro la vendita dell'azienda e quelli del Maggio musicale fiorentino trattati prima da disertori in Giappone e poi derisi nella loro mobilitazione per il contratto; offese ed accuse ai comitati cittadini; gestione dell'ordine pubblico di tipo repressivo e militare, come dimostra l'osceno intervento delle squadrette di vigli urbani nello sgombero dei richiedenti asilo somali alla Fortezza, la distruzione delle loro tende e l'aggressione razzista ai dimostranti, o l'utilizzo spropositato di 200 vigili per uno sfratto al Ponte di mezzo.
Diventa quindi, in questo contesto politico, quasi "normale" quanto successo negli ultimi due mesi contro il movimento fiorentino:
35 misure cautelari, oltre 100 indagati tra studenti, lavoratori, militanti dei centri sociali, in due diverse operazioni della digos della questura di Firenze, in cui qualche denuncia per manifestazione non autorizzata, ed episodi avvenuti nel corso di cortei, diventano grandi piani organizzati che giustificano reati addirittura come l'associazione a delinquere e misure cautelari prese nei confronti di decine di compagni. Operazioni pesantissime e gestite mediaticamente con il chiaro intento di portare nelle aule di tribunale le lotte ed isolare e fermare i movimenti studenteschi e sociali e che sono passate con l'acquiescenza o il silenzio di buona parte della città e dei mezzi di informazione.
No, non è questa la Firenze che desideriamo.
Per questo venerdì 1 luglio saremo in piazza insieme a tanti, comitati cittadini, centri sociali, movimenti per il diritto alla casa, immigrati e sindacati di base, per rappresentare la parte migliore della città, la Firenze che vogliamo realmente; dove i servizi pubblici siano veramente beni comuni e non beni in vendita come l'ATAF o la Mukki; una città dove l'accoglienza per gli immigrati non sia una parola vuota ma pratica quotidiana; una città dove i rapporti sociali siano fondati sulla solidarietà ed il rispetto e non sullo sfruttamento economico; una città dove la speculazione non abbia più spazio, a misura di chi la vive e non solo di qualche turista utile per essere spennato in centro; una città dove non sia negata l'agibilità politica del conflitto a tutti coloro che propongono soluzioni diverse e che non ne vogliono sapere di accodarsi al vincente di turno.
VENERDI' 1 LUGLIO Giornata di mobilitazione cittadina
ore 17.30 Piazza dei Ciompi -- manifestazione verso Piazza della Signoria
Partecipiamo dietro lo striscione "FIRENZE CITTA' DELLA REPRESSIONE"
Spezzone contro la repressione al CORTEO per FIRENZE BENE COMUNE
dalle 19.30 Cena in piazza, banchini, informazione, interventi, musica e performance
Per Firenze Bene Comune
No alla vendita del patrimonio pubblico
Contro il clima repressivo in città
TUTTI LIBERI
CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Fondo Comunista, Collettivo di Lettere e Filosofia
Giovedi 30 giugno 2011 al CpaFiSud dalle ore 21.00
A dieci anni dal G8 di Genova e dall'assassinio di Carlo Giuliani
Video, interviste, testimonianze.
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Firma l'appello per la libertà di dissenso. Leggi e firma - Vedi le adesioni.
La mattina del 27 giugno 2011, poco prima dell'alba, il presidio NoTav della Maddalena di Chiomonte, nato per impedire l'inizio dei lavori di allestimento del cantiere dell'alta velocità Torino-Lione, è stato violentemente sgomberato. Un ingente schieramento di forze dell'ordine, composto da più di 2000 unità, nella prima mattinata, ha fatto il suo ingresso nel presidio sotto un fitto lancio di lacrimogeni forzando gli ingressi con l'utilizzo di ruspe e tranciatrici. Entrati in luoghi nei quali era loro precluso l'accesso in quanto proprietà privata, nonostante si attendesse ancora la sentenza del TAR per quanto riguarda l'esproprio dei terreni, le forze armate hanno utilizzato, ancora una volta, mezzi repressivi contro legittime rivendicazioni.
Se la settimana scorsa il sindaco di Torino, Fassino, si era schierato a favore della costruzione della linea, chiedendo l'intervento dell'esercito, la questura torinese, su mandato del procuratore Caselli, aveva già fatto sentire la sua pressione facendo irruzione all'alba nelle abitazioni di alcuni compagni e nella palazzina del CSOA Askatasuna per notificare 65 denunce relative a proteste NoTav.
Un movimento come quello NoTav, composto da svariate realtà che si oppongono alla costruzione della linea, opera, però, da più di vent'anni in Val di Susa ed ha un radicamento tale da non farsi scoraggiare né da denunce né da sgomberi coatti. Un radicamento tale da indurre Fiom e sindacati di base a chiamare lo sciopero nelle fabbriche della Val di Susa per la mattinata. Lottare contro l'alta velocità significa, infatti, rifiutare la logica imposta da governo, banche e speculatori che, intenzionati a mettere le mani sui fondi comunitari, militarizzano una valle in nome del profitto e calpestano il diritto di decidere della propria vita di un'intera popolazione. Una singola sconfitta non può intaccare un lavoro come questo. Una singola sconfitta non può intaccare una lotta contro la devastazione ambientale che ha visto gran parte della popolazione valligiana impegnata nella difesa del proprio territorio. Una lotta tanto radicata da raccogliere un'immediata solidarietà attiva locale e nazionale. Così come a Terzigno, Chiaiano e in tutte le situazioni di lotta contro le nocività e la devastazione ambientale, è il territorio che risponde e solo con una forte opposizione dal basso si può riuscire ad inceppare i piani degli speculatori di turno.
Per questo, come realtà cittadine fiorentine siamo al fianco della Val di Susa che resiste. Per questo esprimiamo la nostra profonda solidarietà al movimento NoTav e a tutti coloro che lottano per la difesa del proprio territorio.
Collettivo Politico Scienze Politiche, Cpa Fi-Sud, Rete dei Collettivi Fiorentini, Collettivo Lettere e Filosofia, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Lunedi mattina 16 compagni (tutti indistintamente e impropriamente etichettati come anarchici) si sono visti notificare altrettanti provvedimenti di misura cautelare: arresti, domiciliari, obblighi di firma.
Una operazione che arriva a circa un mese da altri arresti e obblighi di firma tesi a colpire varie realtà studentesche e non solo.
Che il clima sia cambiato, anche a Firenze, è un dato di fatto.
Operazioni sempre più spettacolari (emblematica quella verso i 400 colpi), denunce e reati associativi dispensati a piene mani, avvisi orali,"semplici"controlli e identificazioni sempre più frequenti, divieti di manifestare, sgomberi (come con i richiedenti asilo davanti a Terra Futura),..
Un clima che cerca di isolare e criminalizzare chi in questa città si è opposto e si opporrà alla costruzione di un lager chiamato Cie, alla riforma Gelmini, all'apertutra di sedi di gruppi neofascisti. Un clima che cerca di scoraggiare la militanza e la partecipazione di chi si oppone alle logiche del profitto e del capitale.
Conosciamo molti dei compagni colpiti in questi giorni. Conosciamo la loro generosità, il loro spirito di sacrificio e siamo orgogliosi di aver condiviso e di continuare a condividere con loro mobilitazioni e lotte contro il razzismo, il fascismo, lo sfuttamento. Insieme a lavoratori, studenti, precari, immigrati: per la giustizia sociale e la solidarietà internazionale.
Esprimiamo quindi la nostra vicinanza ai compagni del Cpa e del Collettivo di Scienze Politiche
Solidarietà a tutti ile compagnie colpitie dalla repressione
Liberi tuttie
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos - Campi B.
Dal 12 al 23 giugno a Milano, in piazza Duomo, si terrà "Israele che non ti aspetti", una kermesse sulla tecnologia e sul turismo israeliani promossa dalle stesse autorità di Tel Aviv in collaborazione con gli enti locali lombardi, per "promuovere scambi scientifici e culturali tra Tel Aviv e Milano" e raccontare "un Israele diverso da quello di Stato interessato da un conflitto".
Parte integrante di questa kermesse sarà il Summit Economico in piazza Affari, dove si terranno numerosi incontri bilaterali economico-politici con rappresentanti delle istituzioni italiane e 600 imprenditori, a confermare che l'Italia è in questi anni uno dei maggiori partner di Israele attraverso numerosi accordi commerciali e di cooperazione in campo scientifico e militare. Un'operazione da 2,5 milioni di euro che vorrebbe cancellare la memoria della pulizia etnica che ha dato origine alla nascita dello stato di Israele e che perdura tuttora: la violenta cacciata degli abitanti della Palestina nel 1948-49, l’espropriazione della loro terra, la soppressione dei loro diritti civili e dei più fondamentali diritti umani e la negazione del diritto dei profughi palestinesi al ritorno nella propria terra.
Uno Stato che viene definito "unico stato democratico" del Medio Oriente, ma che nei suoi 63 anni di storia ha continuamente alternato guerra ad alta e bassa intensità, che legittima l’apartheid come prassi quotidiana, nascondendola sotto la parola "sicurezza" (tanto cara anche ai nostri governi), tenendo in ostaggio la striscia di Gaza, bombardandola nel 2009, durante l'operazione "Piombo Fuso", provocando in soli 24 giorni la morte di 1500 persone; uno stato che solo un anno fa ha attaccato le navi della Freedom Flotilla dirette in Palestina per portare solidarietà e beni di prima necessità: anche qui l'attacco ha significato la morte di nove attivisti.
Proprio per rompere l'assedio di Gaza il movimento internazionale si sta mobilitando in Palestina attraverso convogli, carovane, missioni internazionali per portare aiuti alla popolazione di Gaza e sostegno politico alla lotta di liberazione palestinese e nel mese di giugno partirà la Seconda Freedom Flottilla.
Il 18 giugno saremo a Milano, raccogliendo l'appello del "Comitato contro l'occupazione israeliana di Milano" per partecipare al corteo nazionale contro lo svolgimento di questo evento di propaganda e di affari. Saremo insieme a tutti i comitati di solidarietà con il popolo palestinese, con le comunità arabe e del Medio Oriente per sostenere ancora la lotta di liberazione del popolo palestinese e per contestare la politica italiana di appoggio ad Israele.
No agli accordi economici e di cooperazione con israele!
Per il boicottaggio dell'economia di guerra israeliana!
Vita, terra e libertò per il Popolo Palestinese!
Sosteniamo la Freedom Flotilla 2!
Manifestazione nazionale il 18 giugno a Milano
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Centro Popolare Autogestito Fi-Sud e Collettivo Politico di scienze politiche
invitano tutti coloro che sostengono la lotta del Popolo Palestinese a partecipare al corteo nazionale.
Un primo comunicato di alcune realtà fiorentine
Nuovi arresti a Firenze. Non si ferma l'attacco repressivo contro l'opposizione politica e sociale
Non si ferma l'ondata repressiva nei confronti delle realtà politiche e sociali fiorentine. Questa mattina, esaurita la cosiddetta "operazione “400colpi", la Digos ha proceduto all'arresto di 7 compagni/e e l'obbligo di firma per altri 9.
Di questi uno è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore, e gli altri 6 agli arresti domiciliari.
Le motivazioni sono riconducibili ai comportamenti tenuti durante le manifestazioni in risposta agli arresti del 4 maggio.
Non vogliamo stare qui a disquisire sulla entità dei fatti per i quali sono state emesse le custodie cautelari, o se siano o meno troppo pesanti, ma ci interessa rilevare il quadro repressivo che da troppo tempo impunemente si dispiega su tutte le componenti sociali e politiche nella nostra città.
Il clima è cambiato e non ci vuole molto a capirlo, ma nemmeno può essere una facile semplificazione o una sua inconscia accettazione.
Hanno iniziato con gli avvisi orali per gli studenti, hanno proseguito con sei mesi di arresto per un semplice petardo, con gli arresti della famosa operazione 400 colpi, con gli obblighi di firma, con la presunta associazione a delinquere per giustificare le misure cautelari, per arrivare poi agli arresti di oggi. Trentacinque compagni/e tra studenti, militanti di centri sociali sono attualmente sotto misure restrittive, ovvero resi inoffensivi, privati della libertà individuale, ma allo stesso tempo privati della loro possibilità di essere in prima persona dentro le lotte di cui sono parte, e continuano ad esserlo al nostro fianco.
Firenze città aperta! Questo era lo slogan con cui veniva elogiata la Firenze del social forum. Se non pensavamo che lo fosse allora, è ben chiaro a tutti che ancor meno possa descrivere quella attuale.
Firenze città della repressione, degli spazi chiusi, delle piazze blindate, degli sgomberi dei richiedenti asilo, delle operazioni mediatiche ben funzionali alle strategie repressive verso le legittime richieste degli studenti. La città dove anche l'Ataf partecipa attivamente alla repressione con le denunce verso i manifestanti per interruzione di pubblico servizio.
Un clima in cui sarebbe un errore non sentirsi direttamente coinvolti per chiunque pensi che sia necessario non sottacere davanti alle ingiustizie, non fermarsi davanti ai divieti o alle nuove disposizioni restrittive quando le ragioni di chi lotta sono quelle della "giustizia", quella vera. La giustizia che non nasce dai tribunali, dalle divisioni investigative, ma quella che da sempre anima le istanze di chi lotta in una fabbrica come in una scuola, nelle carceri e in quartiere.
SOLIDARIETA' A TUTTI/E I COLPITI DALLA REPRESSIONE
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
Cantiere Sociale K100
Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo di Lettere e Filosofia
Sosteniamo chi crede che un calcio diverso è possibile, chi ha come valore fondante l'antifascismo, l'antirazzismo, la solidarietà sociale.
Sosteniamo la Brigata Lupi Neri
Ore 20.30 Cena - Prenotarsi entro Giovedì sera presso la sede del cantiere o per email.
Ore 23.00 Dj Set
dal VI congresso del Partito Comunista Cubano la sfida per la transizione socialista del XXI secolo
Sabato 28 maggio ore 17.30
al Cpa Firenze Sud, Via Villamagna 27/a
Incontro con un rappresentante cubano per approfondire il dibattito su CUBA ed i risultati del VI Congresso che si è concluso con la ferma determinazione e l'impegno generale a "migliorare il sistema socialista e a non permettere mai il ritorno del regime capitalistico" e si è incentrato sull'adozione di importanti misure di aggiustamento e perfezionamento del sistema economico. 311 nuove Linee di sviluppo discusse in oltre 163.000 riunioni partecipate da milioni di cubani.
Intervengono:
Efrain Echevarrìa H. - direttore del dipartimento marxismo-leninismo dell'universita' di Pinar de Rio, Cuba
Luciano Vasapollo - docente universita' la sapienza Roma edirettore di "Nuestra America"
Iniziativa promossa da:
Rete dei Comunisti, CPA Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Circolo 26 Julio dell'Ass. Amicizia Italia-Cuba
IL MOVIMENTO NON SI PROCESSA!ESTENDERE LA SOLIDARIETA', RILANCIARE LA LOTTA!
Nessuna associazione a delinquere ma solo protagonismo nelle lotte a difesa della scuola e dell'università pubblica, dei beni comuni, dei diritti sul lavoro, contro i CIE e del diritto alla casa.
PER L'IMMEDIATA REVOCA DI DOMICILIARI E OBBLIGHI DI FIRMA!
VITTORIO, DANI, MASSI, LUCA, PIETRO LIBERI! TUTTI LIBERI!
Il 4 maggio 2011, 22 studenti sono stati svegliati da uomini in divisa che, ordinanze alla mano, dopo aver perquisito le loro case, hanno provveduto a schedarli e ad imporre 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma.
Se questo non bastasse, i media hanno sbattuto sulle prime pagine, anche nazionali, la notizia dell'arresto per associazione a delinquere di pericolosissimi criminali, presentando l'operazione come grande successo della collaborazione tra polizia e servizi segreti. Gli zelanti giornalisti non hanno, però, voluto farci sapere che i 22 "pericolosi studenti" sono rei di aver partecipato attivamente ai movimenti studenteschi del 2009-2010 contro la devastazione della scuola e dell'università, contro l'apertura di Casapound, contro la costruzione di un CIE in Toscana e contro la presenza dell'On. Santanché al Polo di Novoli.
Questi studenti sono inquisiti perché lottano insieme, riuscendo a tessere legami ed essendo parte attiva nelle lotte politiche e sociali che attraversano questa città: da quelle sui posti di lavoro a quelle contro i Centri di Identificazione ed Espulsione, dalle lotte contro per la difesa della scuola e dell’università pubblica fino alle lotte per il diritto all’abitare.
Per questo, al fianco dei 22 studenti, tra gli altri 78 indagati, troviamo molti compagni che hanno condiviso le mobilitazioni dell'ultimo anno, indipendentemente dall'appartenenza al mondo universitario.
E' però chiaro, al di là dei nomi che compaiono nei fascicoli dell'indagine, che ad essere sotto processo sono le pratiche quotidiane e comuni a tutti quei movimenti che cercano realmente di incidere sul proprio territorio: manifestazioni spontanee, occupazioni e blocchi del traffico.
Se da un lato vediamo sempre più attaccati i diritti collettivi, dall'altro chiunque provi a lottare e organizzarsi insieme contro questo stato di cose viene colpito dalla repressione che è proprio lo strumento che lo Stato utilizza per ridurre gli spazi di azione e agibilità politica a chi pratica il conflitto.
Quest'inchiesta non può e non deve essere un problema solo di coloro che oggi sono costretti ai domiciliari o sottoposti all'obbligo di firma e neanche degli indagati o delle realtà di cui fanno parte.
Deve essere un problema di tutti coloro che, in questi mesi, hanno sostenuto o partecipato alle lotte degli studenti, dei lavoratori, degli immigrati e per il diritto alla casa sviluppatesi in lungo e in largo in questo paese.
Deve essere un problema di tutti coloro che ritengono che le libertà che pensavano acquisite e che in questo momento vengono rimesse in discussione, vadano difese con un’azione comune.
Questi sono i motivi che ci spingono a invitare tutti a manifestare
SABATO 21 MAGGIO
ALLE ORE 15.30 IN PIAZZA S.MARCO
PER L'IMMEDIATA REVOCA DI DOMICILIARI E OBBLIGHI DI FIRMA!
VITTORIO, DANI, MASSI, LUCA, PIETRO LIBERI! TUTTI LIBERI!
Assemblea cittadina contro la Repressione
Quello che viviamo non è un momento qualsiasi. Quello che viviamo è un momento di grandi lotte, grandi speranze, ma anche grandi oppressioni. Il vento del sud, quello che si alza dalle sollevazioni che percorrono da mesi il mondo arabo, è destinato ad arrivare anche sulla nostra sponda del Mediterraneo. E' un messaggio di liberazione che chiama all'unità, alla solidarietà, alla fratellanza, alla lotta contro l'ingiustizia. Chi si riconosce in questi ideali è dunque chiamato all'azione. C'è un luogo dove l'oppressione è concentrata come da nessun'altra parte, e dove massimo è il bisogno della solidarietà internazionale: questo luogo è la Palestina, ed in particolare la Striscia di Gaza sottoposta da anni al barbaro e disumano assedio di Israele.
Proprio per contribuire a porre fine a questo assedio, nella seconda metà di maggio una flotta composta da navi provenienti da più di 25 paesi si dirigerà verso Gaza per portare solidarietà ed aiuti umanitari al milione e mezzo di persone rinchiuse in quella immensa prigione a cielo aperto.
E' la Freedom Flotilla 2, che vuole continuare l'opera della prima flottiglia attaccata lo scorso anno dalla marina israeliana, con l'assassinio impunito di nove attivisti.
Affinché questa missione abbia pieno successo occorre una vasta mobilitazione, una continua pressione e vigilanza sui governi dei paesi coinvolti. Un'azione tanto più necessaria in Italia, con un governo che si distingue per il suo totale e acritico sostegno anche alle più feroci operazioni (vedi Piombo fuso) dei governi israeliani.
Il nord ed il sud del Mediterraneo devono unirsi in un'unica battaglia di liberazione.
Oggi, mentre i popoli arabi chiedono libertà, democrazia e giustizia sociale, le grandi potenze rispondono con i bombardamenti, con oscure manovre per osteggiare il cambiamento, con la criminalizzazione degli immigrati che fuggono dalla miseria e dalla guerra. Mentre la storia si muove davanti ai nostri occhi, i governi occidentali ripropongono la loro logica di sfruttamento neo- colonialista dei popoli e delle loro risorse.
Il 14 maggio manifesteremo per la Freedom Flotilla, ma manifesteremo anche per dimostrare che l'Italia non è né Berlusconi, né chi ha approvato la partecipazione alla guerra della Nato, perché c'è un popolo che si oppone all'oppressione ed alla guerra e che vuole la libertà per il popolo palestinese.
Per la fine dell'assedio di Gaza!
Per il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese!
Per il sostegno alle lotte dei popoli arabi per la libertà e la giustizia sociale!
Per dare continuità al lavoro di Vittorio
Coordinamento Nazionale della Freedom Flotilla Italia
Incontro di avvicinamento all'Hackmeeting 0x0E
24, 25, 26 Giugno 2011
Csa Next Emerson Firenze
Utilizzando Internet e le altre tecnologie di comunicazione si ha spesso l'impressione di far parte di una grande indagine di mercato. Da faccialibro al cellulare tutto sembra fatto apposta per collezionare gusti, preferenze, dati personali. Come si sopravvive a tutto questo ? Come si puo' provare ad utilizzare le tecnologie senza esserne troppo usati? Il laboratorio vorrebbe a partire da un'analisi semplice di alcune operazioni quotidiane (leggere la posta, telefonare, navigare sul web, ecc…) mostrare per quanto possibile come funzionano i meccanismi di controllo e indagine, e cercare di fornire un elenco di buone pratiche per non finire striturati con troppa facilita'.
L'Avana. 12 Maggio 2011, fonte: granma.cu
Il 2011 per l'Associazione Nazionale d'Amicizia Italia-Cuba in Toscana è stato un anno di crescita delle attivitaà e di nascita di ben tre nuovi circoli: Firenze, Poggibonsi e Prato-Pistoia. Con questi nuovi circoli e con la rifondazione di quello già esistente di Empoli la Toscana può contare con 9 circoli posizionati su tutto il territorio regionale. Si ricorda che la Regione Toscana è un'importante e strategica regione nel centro d'Italia, che ha sempre mantenuto forte il legame di amicizia e collaborazione con Cuba, dalla Cooperazione Decentrata, ai circoli ARCI, dalle Istituzioni Culturali ai gemellaggi fra le realtà politiche territoriali.
La lotta che centri sociali come il Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio il Circolo Agora' di Pisa, i collettivi studenteschi, le Brigate di Solidarietà Attiva, i diversi Partiti che compongono la sinistra Italiana stanno portando avanti nel mondo del lavoro, della scuola, dei diritti sociali e dell'Antifascismo militante, viene analizzata e unita alle lotte latinoamericane come unica soluzione di uscita dal capitalismo.
Da questa analisi si formano i nuovi circoli che fanno aumentare di oltre il 20% le iscrizioni della Toscana all'associazione nazionale. Il contributo di questi nuovi circoli permetterà di mantenere constante il lavoro territoriale quotidiano, sui temi della richiesta di cessazione del blocco economico a Cuba, della Liberazione dei cinque eroi cubani, e dell'appoggio alla Rivoluzione Cubana, baluardo della lotta e della Resistenza Mondiale all'Imperialismo Yankee.
Sono molte le iniziative e le attività che sono state realizzate nell'anno 2010 dal Coordinamento Regionale Toscano che e' legato da un gemellaggio storico con la provincia di Matanzas. Questo gemellaggio venne pensato per le caratteristiche culturali di livello nazionale, Matanzas anche chiamata l'Atene di Cuba apporta una alta produzione artistica al Paese, cosi' come la Citta' di Firenze culla del rinascimento e sede oggi della Biblioteca Nazionale, e di numerose Facolta' Universitarie umanistiche e scientifiche. Continua il sostengo all'ospedale Geriatrico di Colon, soprattutto con l'aiuto di due circoli, avanguardia della Toscana quello Livorno e di Pisa. Mentre Campi Bisenzio ha organizzato per ben due volte presidi sotto il consolato Statunitense e sotto la sede del quotidiano locale La Nazione per chiedere la Liberazione dei nostri cinque eroi cubani ingiustamente incarcerati nelle prigioni USA.
A Novembre le varie realtà Regionali assieme al Cordinamento Regionale Toscano hanno dato vita ad una manifestazione unitaria per la Liberazione dei prigionieri politici baschi, palestinesi e dei cinque cubani sotto il nome di "Tanti popoli un'unica lotta", portando in piazza circa duemila persone soprattutto giovani provenienti dai collettivi studenteschi che oggi rappresentano una delle più alte realtà in lotta contro il sistema di privatizzazione e lo smantellamento della società italiana.
Purtroppo e' notizia recente come in Italia la repressione lavora al fine di mettere paura a queste nuove generazioni, infatti il 3 Maggio scorso sono state applicate 22 custodie cautelari per giovani appartenenti ai collettivi studenteschi con le accuse di manifestazione non autorizzata e altri reati minori, tutto con l'intento di allontanare e dividere chi fa politica in cittaà. Nei mesi della lotta alla riforma Gelmini sono stati 4 gli appuntamenti che la nostra associazione ha avuto con il collettivo di scienze politiche presso il Polo scientifico di Novoli (Firenze), incontri realizzati assieme al Prof. Antonio Pitaluga dell'università de L'Avana. I quattro incontri sono stati di approfondimento socio-culturale sulla società cubana e di scambio di idee e opinioni tra il COLPOL (collettivo di scienze politiche) e la FEU (federazione degli studenti universitari). E' stato interessante notare come l'accademia in Italia stia sempre di più togliendo spazi alle facoltà umanistiche, incrementando invece quelle tecniche per la formazione di persone, così da formare soggetti che devono solo pensare al proprio prodotto specifico e non a studiarne la provenienza e l'utilizzo, cosa che è totalmente rovesciata nelle facoltà cubane dove il vero patrimonio resta la componente umana.
La presenza anche in toscana di gruppuscoli di estrema destra (neofascisti) ha aumentato notevolmente il numero di iniziative contro la rivoluzione cubana, che vengono finanziate da Partiti come il PDL, e che vedono la presenza alle loro attività di ben poca persone, ma questo non permette di abbassare la guardia.
Più d'una volta l'associazione in Toscana questo anno ha dovuto manifestare contro le menzogne del traduttore ufficiale di Yoani Sanchez, Gordiano Lupi.
Gli amici di Cuba a Piombino, Firenze e Pisa hanno sempre saputo rispondere a queste provocazioni contro Cuba e la nostra Associazione, mettendo in campo le idee, l'informazione e una grande partecipazione, a contrasto contro chi si vende per pochi dollari alla mercificazione della verità e della giustizia.
Dopo il rinnovo delle cariche Nazionali al Congresso di Milano di Novembre, anche la Toscana riunitasi con un direttivo nel mese di Dicembre 2010 ha eletto come Coordinatore Regionale Andrea Genovali, compagno di esperienza, che con la sua visione politica saprà incrementare il lavoro dei Circoli per i prossimi anni.
Nel mese di febbraio 2011, l'intera Provincia di Firenze è stata palcoscenico del Festival del Cinema Cubano patrocinato dall'Ambasciata di Cuba in Italia e con la presenza dell'Ambasciatrice Carina Soto e di Marco Papacci della Segreteria Nazionale di Italia-Cuba. Il festival ha registrato una presenza di circa 200 persone a sera in tutte le sue date, un festival itinerante che ha toccato cinema, teatri e circoli ARCI della Provincia fiorentina. Sicuramente questo diventerà un appuntamento importante per la programmazione culturale stagionale di Firenze.
Da poco una brigata di solidarietà della regione Toscana a visitato Cuba, partecipando all'attivit organizzata dall'ICAP per il 50 anniversario dalla creazione dell'ICAP e del 50 dalla nascita della nostra Associazionae Nazionale d'Amicizia Italia-Cuba.
La scelta della data per celebrare questo evento non poteva che avere scelta migliore che quella del 25 Aprile, data storica per gli Italiani.
Al pomeriggio del Lunedi 25 Aprile verso le 15.00 circa nella sede della Casa de La Amistad, davanti ad una sala piena di amici e compagni si è celebrato questo importante anniversario per ricordare e salutare i primi 50 di amicizia e solidarietà tra il popolo di Cuba e quello Italiano.
La cerimonia è stata presieduta dal Vicepresidente dell'ICAP, Elio Gamez, il quale ha consegnato un riconoscimento ufficiale ad Andrea Paolieri rappresentate l'Ass.nazionale d'Amicizia Italia-Cuba e segretario del circolo di Campi Bisenzio.
I prossimi appuntamenti estivi del regionale saranno due feste dedicate a Cuba, nel mese di Luglio dal 13 al 15 luglio presso il circolo ARCI Dino Manetti di Campi Bisenzio e in Agosto nel Comune di Poggibonsi (Siena). Due feste piene di incontri per far conoscere la cultura cubana attraverso la sua gastronomia i suoi balli e soprattutto per mantenere unito e presente lo spirito Rivoluzionario anche in estate.
Esprimiamo tutta la nostra vicinanza a questi compagni con cui abbiamo condiviso numerose mobilitazioni.
Ancora una volta si cerca di criminalizzare il dissenso con un uso spregiudicato dei reati associativi e dei mezzi di informazione.
Ovviamente, come abbiamo sempre sostenuto, la repressione non riguarda solo chi ne viene colpito in prima persona. Per questo la nostra solidarietà va a tutti i compagni colpiti da perquisizioni, obbligo di firma, domiciliari.
Risponderemo a queste intimidazioni come sempre, con ancora più rabbia, più consapevolezza, più determinazione.
Solidarietà ai compagni del Collettivo, solidarietà agli studenti che lottano
Vittorio, Dani, Massi, Luca, Pietro Liberi!
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Due parole su perquisizioni e misure cautelari
Nella mattinata di ieri, 4 maggio 2011, 22 studenti sono stati bruscamente svegliati da uomini in divisa. Prima le perquisizioni, poi la schedatura e, infine, la consegna di 22 ordinanze di custodia cautelare, tra cui 5 arresti domiciliari, sono state le fasi di una mattinata di ordinaria repressione. Se questo non bastasse i media hanno sbattuto sulle prime pagine, anche nazionali, la notizia, presentando l’operazione come grande successo della collaborazione tra polizia ordinaria e servizi segreti. Tante parole sono state spese sulla questione, ma crediamo che qualche precisazione sia necessaria.
Hanno parlato di noi nella maniera più svariata, ci hanno alternativamente dipinto come pericolosi delinquenti o come poveri e ingenui studenti: non siamo nè l’una nè l’altra cosa.
La realtà non è fatta di bianco e nero e le sfumature, in questo caso, sono molto importanti. Le misure cautelari comminate ieri sono, infatti, andate a colpire una categoria ben definita: gli studenti autorganizzati.
Tra noi ci sono anarchici, comunisti, e altri che, molto giovani, sono ancora alla ricerca di una collocazione politica definitiva. Lavoriamo all’interno dell’università, ma non ci limitiamo a questo ambito. Riteniamo, infatti, che valori come l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo vadano difesi sempre e comunque, dentro e fuori da scuole ed università e, per questo, abbiamo protestato contro l’apertura di Casapound, il progetto di un CIE in toscana o la presenza dell’On. Santanchè al Polo di Novoli.
Siamo stati in prima fila nelle mobilitazioni contro la riforma Gelmini e l’università azienda perchè le università sono il nostro terreno di lavoro, perchè sono il luogo dove ci muoviamo ogni giorno, perchè sono la nostra base di partenza, ma non siamo solo questo. Nelle università abbiamo spazi che autogestiamo e dove facciamo politica. Si, politica. Perchè probabilmente la nostra colpa è proprio questa: facciamo politica in un momento in cui più nessuno la fa, non deleghiamo, ma facciamo dell’attivismo e della militanza un elemento centrale della nostra vita.
Per questo negli anni siamo scesi in piazza al fianco dei centri sociali e dei movimenti sociali, abbiamo manifestato contro guerra e repressione, abbiamo organizzato iniziative e conferenze sui tanti argomenti che l’università consapevolmente e colpevolmente tralascia.
I reati che ci vengono contestati sono ben poca cosa in confronto a quelli che commette ogni giorno chi ci sfrutta sul posto di lavoro e chi ci fa pagare affitti sempre più alti.
Se occupare facoltà e stazioni, bloccare il traffico e manifestare la contrarietà allo sfruttamento e ai ricatti padronali con tutti i mezzi necessari è sufficiente per essere “pericolosi delinquenti”, allora lo siamo. Ma non siamo soli. Le pratiche che ci vengono contestate come “pericolosi attacchi all’ordine democratico” sono parte della pratica di migliaia di studenti e lavoratori che, con forza, sono riusciti ad opporsi alla smantellamento dei diritti collettivi (diritto allo studio, diritti sul lavoro).
Noi siamo questo e tanto altro e ci infastidiscono semplificazioni e strumentalizzazioni.
A fronte di tutto questo risulta evidente che quello che ci ha colpito, prima di essere un atto giudiziario, è un atto politico. Con reati ridicoli e accuse poco consistenti hanno costruito un castello accusatorio degno della migliore tradizione complottista. Non esistono, però, complotti o mani occulte: la nostra attività politica è alla luce del sole e rispecchia valori che non ci vergognamo a difendere.
Non arretreremo e non lasceremo che questura e magistrati fermino la nostra lotta.
VITTORIO, DANI, MASSI, LUCA, PIETRO LIBERI!
Collettivo Politico Scienze Politiche
Mai come quest'anno si e cercato di mortificare la festa dei lavoratori: beatificazioni, negozi aperti, ipocrite manifestazioni unitarie.
Quasi come se fosse importante che nessuno ricordasse come e' nato il primo maggio, da quali rivendicazioni, con quali sacrifici.
Forse proprio per questo era veramente di festa il clima nei giardini di viale petrarca.
Canzoni di lotta, animazione per bambini, buffet a sottoscrizione, interventi di lavoratori, studenti, realta' politiche e sociali,un pomeriggio voluto e costruito dai compagni e dalle compagne del cantiere (come sempre solo grazie all'impegno militante, senza finanziamenti e patrocini) per ribadire che il primo maggio e' la festa dei lavoratori.
Con la voglia di non mollare anche questa giornata a chi ne vorrebbe fare una ulteriore occasione di shopping e con la consapevolezza che non bisogna ridurre questa festa ad una mera celebrazione, ma trasformare anche questo momento di festa in una occasione di lotta e presa di coscienza.
Ci siamo ripresi il 1° maggio, Riprendiamoci il futuro!
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale
Dalle ore 16.30 ai giardini pubblici di via Petrarca
Animazione per bambini, musica popolare, interventi di lavoratori, studenti e precari.
Torniamo nelle piazze riprendiamoci il futuro
scarica il volantino
Crisi economica, guerra imperialista, saccheggio dei territori, morti sul lavoro, pensiero unico, domeniche lavorative, centri di identificazione ed espulsione, tagli alla scuola pubblica, razzismo, precariato..... eccolo il volto quotidiano e tangibile del capitalismo, ancora più feroce in una fase, come quella attuale, di grave crisi strutturale.
Una crisi che si cerca di far pagare, come inevitabile che avvenga, ai lavoratori, agli immigrati, ai settori popolari. Una crisi economica che in Italia si affianca ad una crisi politica e sociale senza precedenti,con una classe politica di destra e di sinistra che trova opportuno spendere milioni di euro al giorno per la guerra "umanitaria" in Afghanistan e, contemporaneamente, taglia risorse a ricerca, scuola, stato sociale.
Pensiamo sia necessario non solo resistere agli attacchi di governo e padronato sul lavoro, ai tagli, allo smantellamento dei diritti di cui sono spesso complici anche quelle strutture sindacali e politiche che avrebbero come primo compito la difesa dei lavoratori.
Pensiamo sia necessario anche iniziare a riprenderci i nostri diritti,la nostra dignità, il nostro futuro. Alzare la testa e ricominciare ad immaginarsi un domani che vada oltre un sistema fondato sullo sfruttamento degli individui e delle risorse.
Non abbiamo ricette pronte o soluzioni facili.
Siamo convinti però che sia necessario mobilitarsi per rispondere in modo collettivo alla crisi del capitale ed alla logica che pone il profitto come unico obiettivo. Per questo rifiutiamo inutili "fronti" semplicemente antiberlusconiani, altrettanto incapaci poi di dare risposte ai bisogni concreti dei settori popolari. Siamo convinti che sia necessario riportare il conflitto,la partecipazione, sul territorio perchè una fabbrica che delocalizza, una scuola che chiude, un Cie che apre,....sono un problema di tutti noi.
NO ALLO SFRUTTAMENTO, NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA, NO AL RAZZISMO
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Ci siamo conosciuti, ci siamo raccontati, abbiamo ricordato, abbiamo cucinato insieme, abbiamo guardato un film, abbiamo giocato e scherzato, siamo diventati cittadini più attivi e più consapevoli dei nostri diritti.
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Giovedì 21 Aprile
Ore 21.30 al C.S.K100F Spettacolo teatrale Nada, la ragazza di Bube
Domenica 24 Aprile
Ore 22.30 al C.S.K100F Concerto dei Gozzilla agropunx
Lunedì 25 Aprile
Ore 8.00 Partenza per Valibona dal CSK100
Ore 11.00 Presentazione del libro di Mario Valeri
"Negro Ebreo Comunista Alessandro Sinigaglia venti anni in lotta contro il fascismo"
Vita di Alessandro Sinigaglia partigiano.
Sarà presente l'autore
Ore 12.00 Canti popolari e di lotta con la Banda K100. Ristoro
La data del 17 aprile viene celebrata in Palestina come "Giornata dei Prigionieri Politici nelle carceri israeliane" per mantenere vivo il ricordo delle migliaia di palestinesi che da anni sono rinchiusi nelle carceri israeliane e la cui speranza di liberazione non dipende dall'applicazione del "diritto", ma dall'arbitrio del governo di israele e dei suoi funzionari.
La maggior parte di loro sono prigionieri in "detenzione amministrativa", cioè senza accusa di reato e senza processo. assoggettati alle decisioni ingiustificabili e ingiustificate dei comandanti militari dei territori occupati che possono rinnovare la pena, di 6 mesi in 6 mesi, senza limiti di tempo.
Molti sono stati processati per colpe non commesse, per le quali non esiste la necessità di far valere un "habeas corpus", essendo sufficienti denuncie estorte con il ricatto e la violenza a testimoni che rimarranno ignoti.
Fin troppe sono le donne, per le quali non sono riservate neppure le condizioni minime di rispetto umano, diverse con figli nati in carcere.
Troppi sono pure i minori la cui imputazione più grave è quella di "aver tirato sassi" e che si trovano spesso a trascorre la pena in carceri con delinquenti comuni israeliani... senza paura di sbagliare, si può dire che la quasi totalità dei prigionieri - uomini, donne e bambini - sono passati attraverso le fasi della violenza fisica e psichica, essendo la tortura una prassi dei centri di interrogatorio.
I traumi dei quali molti prigionieri vengono a soffrire per il protrarsi dei maltrattamenti subiti, e per le condizioni disumane nelle quali vengono costretti, sono spesso peggiori della morte stessa.
La data del 17 aprile viene celebrata in Palestina come "Giornata dei Prigionieri Politici nelle carceri israeliane" per mantenere vivo il ricordo delle migliaia di palestinesi che da anni sono rinchiusi nelle carceri israeliane e la cui speranza di liberazione non dipende dall'applicazione del "diritto", ma dall'arbitrio del governo di israele e dei suoi funzionari.
La maggior parte di loro sono prigionieri in "detenzione amministrativa", cioè senza accusa di reato e senza processo. assoggettati alle decisioni ingiustificabili e ingiustificate dei comandanti militari dei territori occupati che possono rinnovare la pena, di 6 mesi in 6 mesi, senza limiti di tempo.
Molti sono stati processati per colpe non commesse, per le quali non esiste la necessità di far valere un "habeas corpus", essendo sufficienti denuncie estorte con il ricatto e la violenza a testimoni che rimarranno ignoti.
Fin troppe sono le donne, per le quali non sono riservate neppure le condizioni minime di rispetto umano, diverse con figli nati in carcere.
Troppi sono pure i minori la cui imputazione più grave è quella di "aver tirato sassi" e che si trovano spesso a trascorre la pena in carceri con delinquenti comuni israeliani... senza paura di sbagliare, si può dire che la quasi totalità dei prigionieri - uomini, donne e bambini - sono passati attraverso le fasi della violenza fisica e psichica, essendo la tortura una prassi dei centri di interrogatorio.
I traumi dei quali molti prigionieri vengono a soffrire per il protrarsi dei maltrattamenti subiti, e per le condizioni disumane nelle quali vengono costretti, sono spesso peggiori della morte stessa.
Invitiamo tutti a parecipare al presidio indetto dalla Comunità Palestinese in Toscana per
domenica 17 Aprile 2011 in Piazza della Repubblica a Firenze dalle ore 17:30
per celebrare la "Giornata dei Prigionieri Politici rinchiusi nelle carceri israeliane"
e per ricordare Vittorio Arrigoni e riaffermare che il movimento di solidarieta' con il popolo palestinese non si fara' intimidire. Con il popolo palestnese fino alla vittoria!
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Ore 18.00 Incontro "La Solidariertà è la tenerezza dei popoli" partecipano:
Nancy Gonzales cons. affari consolato Cubano
Ore 21.00 Apericena
Ore 22.30 I braccianti del XXI secolo
Presentazione del progetto Nardò 2011 delle BSA - Video BRACCIANTIXXISECOLO
Ore 23.00 concerto ska con:
Ore 20:00 Cena - prenotazioni
Andrea 3475922888
katumbo@hotmail.com
a seguire documentatio, dibattito
e concerto con
Punkistan
Malasuerte
I compagni/e del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio (Fi) si uniscono all'appello del Forum Palestina
e di tutte le persone che sostengono la causa palestinese: Liberate Vittorio, subito!
Il sequestro di Vittorio Arrigoni da parte di un gruppo armato a Gaza, è una indegnità inaccettabile contro un attivista che da anni vive sotto assedio insieme ai palestinesi di Gaza e svolge un lavoro insostituibile di denuncia e controinformazione.
Colpendo Vittorio si colpisce la solidarietà e la condivisione di tante attiviste e attivisti italiani con la lotta del popolo palestinese. Una azione di questo tipo è una aperta provocazione da parte di chi intende danneggiare questo legame.
In Medio Oriente è ormai in corso una guerra sporca tra i vari network che contribuiscono a tenere in ostaggio la questione palestinese proprio mentre Israele dimostra di temere la fine dell'isolamento dei palestinesi.
I responsabili di questo atto hanno una sola possibilità da prendere in considerazione: liberare e subito Vittorio!
Il Forum Palestina
Migranti in fuga dalla guerra, dalle dittature, dalle persecuzioni politiche e religiose, dalla miseria e dalla fame, una conseguenza del sistema capitalista e delle sue crisi che colpisce anche i paesi nordafricani e medio orientali. Uomini e donne vittime del più becero degli atteggiamenti razzisti, dal vergognoso "rimandiamoli a casa loro" fino ad arrivare alle ronde fai da te, atteggiamenti che però non rappresentano la maggioranza della popolazione siciliana e pugliese che in più occasioni si è mostrata solidale. Una solidarietà che spazza via le provocazioni di pochi fascistelli in cerca più che altro di una risonanza mediatica.
La fuga, l'illusione, il diritto di miglia di persone a cercare di crearsi una vita dignitosa anche qui nella "ricca" europa, dove il capitalismo regna sovrano e dove, da un lato innalza barriere culturali e razziste e dall'altro è pronto a sfrutture una nuova forza lavoro impossibilitata di fatto dai vari pacchetti sicurezza a rivendicare diritti e salari.
Diritti che pian piano stanno togliendo anche ai lavoratori e ai cittadini di questo paese in tutti i settori della produzione, dall'industria al commercio passa la dottrina marchionne: malattia non retribuita, diminuzione delle ore di permesso e di ferie, diritti negati fino a quello di sciopero, d'altra parte si preferisce festeggiare il 17 marzo che scendere in piazza per la difesa dei propri diritti, del proprio lavoro e delle libertà conquistate.
Di pari passo la propaganda non si arresta, creando tramite i media un sentimento di indentità culturale e nazionale e di paura del diverso, tanto caro alle destre ma anche alle sinistre per creare un terreno fertile dove approvare leggi (tra l'altro a colpi di fiducia) che come più volte abbiamo detto (tramite la campagna toscananocie) mirano a colpire duramente da un punto di vista giuridico, economico e sociale tutte le persone migranti e in generale chiunque mostri un atteggiamento critico o di protesta sociale; un progetto politico, che cerca di fare della popolazione migrante un campo di sperimentazione per creare vaste categorie di persone a cui negare ogni fondamentale diritto, un modello da allargare a seconda della necessità a ogni strato della popolazione.
Per questo vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutti i migranti.
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Invitiamo tutti/e a partecipare al corteo del 4 aprile 2011 con partenza alle ore 16.00 dalla Sede ATAF in viale dei Mille
Rieccoli alla carica i signori delle privatizzazioni, coloro che di ogni bene e servizio pubblico fanno un'occasione di profitto. Acqua, energia, scuola e trasporti, beni e servizi essenziali per i "cittadini" solo quando serve per impedire scioperi, indebolire le lotte dei lavoratori che ne denunciano la svendita.
I tagli del governo hanno già falcidiato nella nostra città numerose linee del trasporto urbano, e la situazione sarebbe ancor più grave se la giusta protesta che si è espressa non avesse ottenuto dei risultati come il ripristino di alcune linee. Lavoratori che si trovano a non poter più disporre di mezzi pubblici, studenti costretti ad inventarsi come raggiungere scuole ed università, anziani impossibilitati a continuare a mantenere quelle abitudini difficili per loro da cambiare.
Tagli che hanno visto una drastica riduzione del trasporto extraurbano, essenziale per chi, a causa tra l'altro del caro affitti, è protagonista di un inesorabile trasferimento nelle zone limitrofe alla città.
Per non parlare del trasporto ferroviario dove i pendolari che ogni giorno dalla provincia devono giungere per lavoro e studio nel capoluogo, a fronte dei forti investimenti per lo scempio dell'Alta Velocità, si sono visti ridurre i treni creando una situazione che va ben oltre il semplice "disagio".
Se da una parte tagliare i trasporti pubblici vuol dire obbligare ad utilizzare i mezzi privati con quello che ne consegue in termini di inquinamento, ogni giorno ognuno di noi è obbligato a farsi "rubare" quantità sempre maggiori di tempo dal lavoro, se mettiamo insieme quello "vivo" che passiamo in fabbrica, cantiere o ufficio, con quanto siamo costretti a "regalare" negli spostamenti casa-lavoro.
Certamente a loro tutto ciò non interessa, come non interessano le giuste rivendicazioni dei lavoratori dei trasporti, che ben lungi dal rappresentare una rivendicazione settoriale, pongono al centro del dibattito la necessità di mettere in discussione fin dalle sue basi le logiche attraverso le quali si operano scelte economiche e strategiche.
La gara europea per la vendita di Ataf a cui mirano i comuni "proprietari" va nella direzione opposta di quanto per noi è necessario. Non crediamo che la frammentazione del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano possa essere la soluzione, che affidarlo alle multinazionali dei trasporti, ai privati, il cui unico interesse è il profitto, possa rappresentare una soluzione favorevole per studenti, lavoratori e pensionati che utilizzano i mezzi pubblici.
Riteniamo che la manifestazione convocata dalle RSU ATAF per il 4 di APRILE 2011 in Difesa del Trasporto Pubblico rappresenti qualcosa di più che l'occasione di portare la nostra solidarietà ai lavoratori ATAF: l'opportunità per iniziare a pensare un modo diverso con cui progettare il nostro futuro fuori dalle logiche del profitto a partire dallo stesso modello con cui sviluppare la mobilità nelle nostre città.
Invitiamo tutti/e a partecipare al corteo del 4 aprile 2011 con partenza alle ore 16.00 dalla Sede ATAF in viale dei Mille
Centro Popolare Autogestito fi-sud
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Rete dei Collettivi Studenteschi fiorentini
Fondo Comunista
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Sabato 2 Aprile saremo in piazza! ore 16.30 Piazza della Repubblica
Manifestazione per le vie di Firenze, sotto i consolati di Inghilterra e Francia
Contro la guerra imperialista per costruire relazioni con chi sull'altra sponda del mediterraneo conduce la nostra stessa lotta
Come in un film già visto siamo, purtroppo, nuovamente a parlare di guerra. Di missili e bombe che vengono scaricati dalle navi e dagli aerei di Usa, Francia, Gran Bretagna, Italia; di cacciabombardieri che partono dalle basi italiane sotto comando NATO. E come in un film già visto l'hanno chiamata ancora "guerra umanitaria". L'ennesima guerra votata dall'ONU, così spesso e così ipocritamente invocato dai pacifisti con l'elmetto, che prima ne chiedevano l'intervento ed oggi si dicono contro la guerra. Questa ennesima guerra si è svelata subito ed apertamente per quello che è: una guerra per il controllo e per la gestione dei tumultuosi cambiamenti in corso nel mediterraneo in cui le potenze occidentali fanno a gara a inserirsi, per la spartizione delle risorse energetiche. Gli aerei e le navi NATO attaccano dal cielo le truppe fedeli a Gheddafi per favorire l'avanzata dei "ribelli di Bengasi". Altro che protezione dei civili, svolgono senza nemmeno nasconderlo un ruolo attivo di supporto a chi, fino a febbraio 2011, era ancora nel governo di Gheddafi. Perchè, è bene chiarire, se anche all'inizio vi è stata rivolta popolare, chi guida i "ribelli di Bengasi" sono l'ex Ministro dell'Interno e l'ex Ministro della Giustizia del governo di Gheddafi, cioè coloro che hanno gestito fino a febbraio 2011 i campi di concentramento per gli immigrati africani. Così come è bene chiarire che non siamo certo noi a difendere Gheddafi ed il suo regime: da anni ormai ne denunciamo il ruolo nefasto di cane da guardia dell'occidente nel fermare le migliaia di immigrati che si addossano alle coste del mediterraneo. La Libia investe con i suoi fondi nelle imprese italiane ed occidentali, dalla Juventus a Finmeccanica; da anni in Libia le multinazionali occidentali hanno trovato terreno fertile per i loro affari. No, non saremo certo noi a difendere Gheddafi che firma accordi vergognosi con lo stato italiano e che stringe rapporti con Berlusconi. Così come non siamo certo noi a schierarci con gli aerei NATO, che sganciano di nuovo le loro bombe cariche di uranio impoverito, un altro film già visto, nè con chi ne richiede l'intervento a proprio sostegno, promettendo all'occidente affari ancora migliori.
Non parlateci quindi ancora di "guerra umanitaria", non parlateci di "protezione dei civili" e "coalizioni di volenterosi", o di missioni umanitarie, non parlateci per favore del premio Nobel per la Pace Obama, speranza per qualcuno, che conduce la sua guerra... e non parlateci ancora di mediazioni o di diplomazia dal basso. E tra chi poi bisognerebbe mediare? Tra Bengasi, la NATO e Gheddafi? e chi la fa la mediazione? la Russia di Putin o l'Italia di Berlusconi? o pensano i pacifisti con l'elmetto di fare anche le trattative di pace? Di fronte a quanto sta succedendo in Medio Oriente e nel Mediterraneo noi abbiamo una sola scelta: parteggiare per i giovani, gli studenti, i lavoratori che in tutta l'area si sono rivoltati contro le politiche di regimi più o meno apertamente appoggiati dai governi capitalisti. Chiedono veramente un cambiamento, non ne vogliono sapere di interventi militari e stanno subendo ancora la repressione, in Egitto, dove un regime militare ha sostituito Mubarak, ed in Tunisia, in Bahrein e in Yemen, dove i soldati dell'Arabia Saudita, principale socio degli Usa nell'area, reprimono i movimenti di rivolta.
Solidarietà e condivisione delle stesse lotte e degli stessi obiettivi di cambiamento, per i popoli arabi come per i lavoratori ed i giovani occidentali, ché vedono il loro futuro sempre più compromesso e riempiono le piazze di Roma come quelle di Tunisi o del Cairo. Mobilitarsi contro la guerra significa per noi scendere in piazza a fianco di questi popoli, condividerne le stesse battaglie per una società giusta, libera da sfruttamento, disuguaglianze e repressione!
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Cantiere Sociale K100fuegos, Rete Studenti Medi, Fondo Comunista.
Da diversi giorni il popolo libico vive sotto il terrore dei bombardamenti.
Un altro massacro del "pacifismo armato", l'ennesima aggressione imperialista travestita da missione umanitaria.
Sull'esempio di quanto recentemente sperimentato con successo in Iraq (vi ricordate le prove sull'arsenale chimico di Saddam sventolate da Colin Powell all'Onu e il mai provato coinvolgimento iracheno nell'11 Settembre?) il primo passo è stato creare un clima favorevole all'intervento. A questo sono serviti gli annunci dei giorni scorsi come il migliaio di morti in un giorno, i bombardamenti mai avvenuti sui quartieri di alcune città libiche, le foto delle fosse comuni poi rivelatesi false.
Menzogne, mezze verità, notizie distorte, amplificate dai media per creare una opinione pubblica compiacente.
In realtà la situazione libica, per chi volesse andare oltre la propaganda, è apparsa subito molto diversa da quanto avveniva in altri paesi africani.
A differenza delle mobilitazioni popolari in Tunisia ed Egitto, quella libica si è configurata quasi da subito come una vera e propria guerra civile. Infatti le prime mobilitazioni contro Gheddafi sono state subito prese in mano dai "ribelli di Bengasi", una cricca di ex militari gheddafiani, di separatisti delle Cirenaica, di capitribù da sempre ostili al regime del rais che adesso hanno potuto contare sull'appoggio di consiglieri militari occidentali (francesi ed inglesi in particolare) presenti da settimane a fianco dei cosiddetti "insorti" (in una situazione che per certi versi ricorda la nascita dell'Uck....).
Ovviamente dichiarare che gli insorti di Bengasi non sono i giovani tunisini o egiziani non significa parteggiare per Gheddafi.
Il Gheddafi anticolonialista e riformatore è ormai solo un ricordo, sepolto da anni di regime e dalla figura del rais come gendarme d'Europa.
Gli amici e alleati di Gheddafi sono stati per anni proprio coloro che adesso lo bombardano, coloro che hanno esternalizzato la tortura nelle carceri libiche per i clandestini rimpatriati dai CIE italiani, quelli che con il rais hanno firmato trattati di amicizia e di collaborazione economico-militare.
E la cosidetta opposizione che proprio nei giorni scorsi scendeva in piazza per la difesa di quella costituzione che ripudia la guerra?
E' come se quanto succeso in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan non fosse servito a nulla, con il solito codazzo di "pacifisti" pronti a fare quadrato nel nome della "responsabilità nazionale" e del sostegno agli "insorti".
Una opposiione e una sinistra istituzionale pronta, come sempre per "senso di responsabilità", a puntellare un governo infame, a sostenere i sicari del capitale, ad essere arruolati dal premio Nobel per la pace con l'elmetto. Pronti ad accodarsi alla Nato, sempre e comunque.
Proprio coloro che non muovono un dito per quello che contemporaneamente sta succedendo nello Yemen, in Bahrein, proprio quelli che non hanno mosso un dito per la Palestina martoriata nonostante le risoluzioni Onu, per i pacifisti turchi trucidati dagli israeliani in acque internazionali......
Per quanto ci riguarda siamo contro Gheddafi, contro la cricca di Bengasi, contro gli sciacalli d'occidente ed i loro piani coloniali, vicini al popolo libico e sostenitori del suo diritto all'autodeterminazione.
I compagni e le compagne del Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Il 22 marzo 2011 cade il sessantasettesimo anniversario dell’eccidio di Campo Marte.
Quel giorno del 1944, 5 ragazzi del Mugello, Raddi Antonio, Targetti Guido, Corona Leandro, Quiti Ottorino e Santoni Adriano, poco più che ventenni, vennero fucilati perché accusati dal regime fascista di aver disertato la chiamata di leva. I 5 furono arrestati e condotti nella zona popolare di Campo Marte dove ad attenderli trovarono il plotone d’esecuzione ed alcune centinaia di loro coetanei costretti dal regime fascista ad assistere affinché l’evento fosse per loro un monito indelebile.
L’esecuzione fu terribile tanto che addirittura alcuni soldati del plotone esitarono mancando i ragazzi condannati oppure ferendoli senza ucciderli: fu allora Mario Carità, il torturatore fascista di Villa Triste, a freddarli con un colpo alla testa.
Da venti anni ormai un revisionismo storico portato avanti da partiti, mass media ed istituzioni, in nome di una falsa pacificazione nazionale, tenta di concedere la riabilitazione del fascismo, recuperando in chiave nazionalista i falsi miti delle foibe, equiparando repubblichini e partigiani, screditando figure simboliche della Resistenza come per esempio i Gappisti fiorentini.
Un quadro all’interno del quale vengono attaccati i valori ed il significato della Resistenza Antifascista quanto mai attuali in questa fase di crisi sociale, politica ed economica, in cui gli attacchi ai diritti dei lavoratori e degli studenti e la propaganda razzista sono le risposte autoritarie che il capitalismo ha già messo in atto in altre fasi della storia.
Un quadro in cui vecchi e nuovi fascisti vengono finanziati ed appoggiati dalle destre proprio in chiave autoritaria e repressiva, come alcuni avvenimenti dimostrano anche in Toscana.
Come Firenze Antifascista siamo impegnati da tempo nell’organizzazione di iniziative, dibattiti, cortei e momenti di socialità, per riaffermare i valori della resistenza e dell’antifascismo in tutta la loro attualità, rivendicando la scelta di quei giovani che non chinarono la testa e scelsero di entrare a far parte delle brigate partigiane sulle montagne e di coloro che combatterono il fascismo nelle città, come fecero i GAP, oppure collaborarono alle azioni partigiane come avvenne in San Frediano quando all’indomani dell’11 agosto del 1944, giorno della liberazione di Firenze, lasciarono le porte dei condomini aperte per permettere ai partigiani di neutralizzare i franchi tiratori.
Ricordare l’eccidio di Campo Marte significa proprio non relegare la memoria di questi giovani ad un momento puramente commemorativo, ma restituirli ad una memoria collettiva viva nella quotidianità di quei compagni e di quelle compagne che continuano a portare avanti la stessa lotta contro il fascismo di oggi e lo sfruttamento.
Per tutto questo invitiamo coloro che si riconoscono nei valori dell’antifascismo a promuovere e partecipare all’iniziativa organizzata da Firenze Antifascista per rendere omaggio ai Martiri di Campo Marte sabato 26 marzo nei giardini adiacenti a piazza Alberti a partire dalle ore 16.00
Firenze Antifascista
Come Cantiere Sociale k100fuegos aderiamo e invitiamo a partecipare al presidio contro la guerra in Libia di
Martedì 22 marzo alle ore 18.00 sotto la prefettura in Via Cavour
Da tempo si poteva intuire, e negli ultimi giorni è diventato chiaro: nel tardo pomeriggio di sabato 19 marzo, con il primo attacco aereo, la guerra contro la Libia è iniziata ufficialmente.
Quello che ci si presenta davanti è uno scenario che conosciamo bene. A chi negli anni si è opposto alle guerre che hanno insanguinato il pianeta, è chiaro che quella delle guerre umanitarie è solo retorica. La strategia degli attacchi mirati e delle bombe intelligenti in nome della salvaguardia dei diritti umani, altro non è che un modo per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica la difesa di interessi economici e geopolitici.
Gli stessi interessi che hanno fatto cadere un silenzio assordante sulle vicende di Egitto e Tunisia quando è entrata in scena la Libia. Nei due paesi del Maghreb lavoratori, studenti e disoccupati hanno rivendicato un proprio protagonismo riuscendo a far cadere regimi filo-occidentali in piedi da decenni e scatenando una sorta di "effetto domino" negli altri paesi arabi. Benché al vertice ci sia stato un semplice cambiamento di facciata, la composizione delle proteste era molto diversa da quella libica.
Se le prime manifestazioni contro Gheddafi avevano un approccio condizionato dall'influenza degli esempi di Tunisia e Egitto, nonostante la differente situazione economica e sociale del Paese, gli sviluppi successivi hanno rapidamente cambiato lo scenario. Come dimostrato dalla compromissione del Consiglio Nazionale Transitorio Libico con le scelte francesi e da alcune prese di posizione dello stesso in merito alla "No fly-zone", ad oggi sembra configurarsi più uno scontro tra due fazioni etniche e territoriali che una rivolta popolare.
Schierarsi contro la guerra in Libia non vuol dire appoggiare Gheddafi, ma allo stesso tempo sarebbe superficiale fare proprie le posizioni di chi oggi sta fornendo una sponda all'ingerenza dell'imperialismo americano e europeo nel Maghreb.
Dal canto suo il governo italiano, dopo qualche tentennamento iniziale, ha dichiarato di voler condurre questa guerra da protagonista. Ha messo numerose basi a disposizione della "coalizione dei volenterosi" armando i propri stormi, facendo salpare le proprie navi e offrendo Napoli come luogo di direzione per le operazioni militari NATO. Il capitale italiano, intimorito dalle possibili conseguenze della crisi libica a causa dei forti interessi e legami, ha spinto sul governo per imporre una presa di posizione decisa. Il dinamismo di Francia, Inghilterra e USA ha obbligato il governo italiano a partecipare per non venire esclusa da una futura spartizione della torta.
La questione libica è riuscita anche ad offrici una ottima dimostrazione di "unità italiana": in continuità con l'impegno nella guerra in Jugoslavia il Partito Democratico ha scelto di sostenere con convinzione le scelte belliche del governo Berlusconi. Ancora una volta ci ritroviamo a fare i conti con la realtà: in Italia non esiste una forza politica capace di rappresentare un'alternativa allo sfruttamento e alla guerra, se non quella, tutta da costruire, di chi si vuole opporre in modo determinato allo stato attuale delle cose.
Presidio contro la guerra in Libia
Martedì 22 marzo alle ore 18.00
sotto la prefettura in Via Cavour
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
Collettivo Politico Scienze Politiche
Rete Collettivi Studenteschi Fiorentini
Unione degli Studenti
Fondo Comunista
Cantiere Camillo Cienfuegos
Partito Comunista dei Lavoratori
Circolo 26 Julio
Da oltre 60 anni la popolazione Palestinese subisce la violenza sistematica dello stato di Israele. Negli ultimi quattro anni solo nella striscia di Gaza si contano più di 2000 morti vittime degli attacchi militari dello stato sionista, a questo si aggiunge il blocco economico criminale che colpisce un milione e mezzo di persone, facendo dei palestinesi un popolo ridotto alla miseria e al terrore. In questo contesto le donne subiscono quotidinamente umiliazioni e violenze di ogni tipo ma subiscono anche un incrudimento della precetistica musulmana che le vorrebbe sempre più ghettizzate nell'ambito privato e sempre meno presenti nella scena pubblica. Eppure le donne palestinesi spinte da un retroterra culturale e da un'identità femminile forte e detrminata hanno avuto e hanno nella resistenza un ruolo fondamentale
ore 21.30 interverranno:
Marjam Abu Samra
Mila Pernice del Forum Palestina
Un giovane pidiellino ci ha recentemente tirato in ballo su un blog di neofascisti (molto conformi e filogovernativi) con toni abbastanza provocatori.
Il giovane italiota e' molto contrariato rispetto all'iniziativa che come Cantiere (insieme a Rif. Comunista) abbiamo fatto il 10 febbraio 2011 in sala dell'affresco con lo storico della biblioteca Slovena di Trieste Sandi Volk.
Da una parte capiamo il tono rancoroso del giovane pdl. ma come - sembrano chiedersi i papi-boys - noi ci inventiamo una giornata "del ricordo" per legittimare i peggio fascisti di ieri e di oggi, per riattizzare l'irredentismo, per criminalizzare la resistenza partigiana, e questi comunisti fanno davvero un'iniziativa per ricordare cosa e' stata l'aggressione fascista alla Jugoslavia, l'italianizzazione forzata della slovenia, le rappresaglie antislave, la reale consistenza e natura del fenomeno foibe.
Capiamo che tutto questo turbi chi vuole scrivere la storia a colpi di decreti legge, chi elegge gasparri a proprio storico, chi parla di cultura e sostiene un governo che con i tagli la sta massacrando, chi il 10 febbraio marcia con i soldi del gran padrone....
Non che certi personaggi meritino grandi repliche ma volevamo comunque far presente ai giovani italioti che per l'iniziativa che tanto li ha turbati non c'era nessun patrocinio comunale e che il Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos non prende nessun finanziamento dal comune.
Quello che abbiamo ce lo siamo conquistato e quello che facciamo in decine e decine di inizative durante tutto l'anno e' frutto di militanza, impegno, autogestione. (e facciamo tutto questo senza nessuno che telefoni nelle questure presentandoci come i nipoti di mubark.....)
Rivendichiamo il nostro antifascismo militante e le nostre lotte contro il revisionismo storico che vorrebbe mettere sullo stesso piano partigiani e repubblichini, aggrediti e aggressori, fascisti colonizzatori e popoli che hanno resistito, in africa come in jugoslavia.
Ovvaimente questo non piace a chi, storicamente, e' strumento del capitale e della reazione.
Sedicentemente
I compagni e le compagne del Camilo Cienfuegos
ore 21.30 Presso la sala dell'Affresco - Palazzo comunale - P.zza Dante Campi Bisenzio
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Circolo PRC di Campi Bisenzio
Organizzano:
Foibe, la verità contro il revisionismo storico
Incontro di approfondimento con Sandi Volk
storico della sezione storia della biblioteca Nazionale Slovena e degli studi di Trieste.
Senza teoria rivoluzionaria non vi è movimento rivoluzionario.
Si potrebbe dire che la teoria rivoluzionaria, come espressione di una verità sociale, è al di sopra di qualsiasi enunciato; vale a dire che si può fare la rivoluzione se si interpreta correttamente la realtà storica e se, altrettanto correttamente, si utilizzano le forze che vi intervengono, anche senza conoscere la teoria. È chiaro che una adeguata conoscenza della teoria semplifica il compito e impedisce di cadere in pericolosi errori: purché però la teoria corrisponda alla verità. Parlando concretamente di questa rivoluzione, va sottolineato il fatto che i suoi principali protagonisti non erano proprio dei teorici, anche se non ignoravano i grandi fenomeni sociali e l'enunciazione delle leggi che li governano. Questo ha consentito, sulla base di alcune conoscenze teoriche e di una profonda conoscenza della realtà, la nascita graduale di una teoria rivoluzionaria.
La Rivoluzione Cubana ha inizio là dove Marx lascia la scienza per impugnare il fucile rivoluzionario, e non certo con l'intento di "rivedere" Marx, di opporsi a quanto è seguito a Marx, di rivivere Marx "puro," ma semplicemente perché fino a quel punto Marx, lo studioso collocato fuori della storia, studiava e vaticinava.
Ne parliamo con il prof. Antonio Pitaluga dell'Università dell'Avana
Il 5 febbraio Firenze purtroppo si troverà ancora una volta di fronte a un corteo fascista che secondo gli organizzatori vorrebbe restituire memoria ai cosiddetti “martiri delle foibe”.
Anzitutto vogliamo ribadire con forza quanto questa giornata sia strumentale al revisionismo storico, al tentativo di svuotare di significato ciò che veramente la Resistenza Antifascista italiana e jugoslava rappresentano, decontestualizzando e distorcendo completamente i fatti storici e la realtà: durante la guerra le terre jugoslave furono occupate militarmente, le popolazioni deportate o costrette all'italianizzazione forzata in un clima fatto di violenza squadrista e terrore. Ciò che accadde in seguito, sempre in un contesto di guerra, non fu dettato da un sentimento nazionalista e anti-italiano bensì dai valori dell'antifascismo e dalla lotta di liberazione.
Pensiamo però che in questa fase il corteo organizzato dai fascisti rappresenti, se possibile, qualcosa di ancora più grave: fu proprio il precedente governo Berlusconi ad istituire “la giornata delle ricordo” su richiesta del fascista triestino Menia dando così proprio ai fascisti una giornata istituzionale all’interno della quale ritagliarsi uno spazio di agibilità politica. Oggi questa giornata ha un chiaro ritorno di sostegno e appoggio a un governo in forte crisi che necessita momenti di legittimità e propaganda mentre sta trascinando questo paese nella degenerazione dei rapporti sociali e in una fase di involuzione culturale trasformandolo in una sorta di società medioevale dove signori, signorotti e feudatari si scambiano soldi e favori con voti e appalti.
Il 5 febbraio il governo sarà rappresentato in primis dal Ministro della Gioventù Meloni, ex-militante del Fronte della Gioventù, finanziatrice delle organizzazioni giovanili dell’estrema destra e sicuramente acerrima nemica degli studenti che in questi mesi sono scesi in piazza contro l'approvazione del DDL Gelmini ma che più in generale rappresentano le rivendicazioni di una generazione che davanti a sé non vede prospettive e non vede un futuro. Una lotta, quella degli studenti, che si affianca e si unisce e quella dei lavoratori e in particolare alla resistenza mostrata dagli operai FIAT contro i quali questo governo ha preso una posizione chiara dando il pieno sostegno all’A.d. Marchionne nelle sue scelte presenti e future.
Questo appello è rivolto a tutti coloro che si riconoscono nei valori della Resistenza Antifascista affinché lo sottoscrivano, si adoperino nel divulgarlo e soprattutto siano presenti e partecipino attivamente alla piazza chiamata da Firenze Antifascista che manifesterà per le vie del centro storico fiorentino nel solco segnato dalla lotta degli studenti e degli operai contro governo e fascisti.
SABATO 5 FEBBRAIO
CORTEO A FIRENZE
IN PIAZZA S. MARCO ALLE ORE 15.30
Firenze Antifascista
Per adesioni: firenzeantifascista@hotmail.it
Una due giorni inziata il giorno precedente con lo sciopero dei metemalmeccanici a Massa, proseguita la sera stessa a Borgo San Lorenzo con un incontro con Mimmo Loffredo (Rsu Fiom Fiat di Pomigliano) e conclusasi il giono successivo alla Villa Montalvo di Campi Bisenzio con due seminari tenuti dai lavoratori del coordinamento e un'assemblea finale nella quale sono intervenute Najat, protagonista della protesta sulla torre di via Imbonati a Milano e Goki, una delle lavoratrici di una cooperativa di Reggio Emilia che è stata capace, assieme alle proprie colleghe, di mettere in campo delle iniziative di lotta per la conservazione del posto di lavoro.
Venerdì 28 gennaio
h 9.00 Sciopero di 8 ore dei lavoratori metalmeccanici, con corteo regionale a Massa!
Fermiamo Fiat, blocchiamo il paese!
Borgo San Lorenzo (Fi), sede di Rifondazione Comunista, viale Giovanni XXIII° 35.
h 19 Apericena di autofinanziamento
h 21 Assemblea: da Pomigliano al sindacato che vogliamo
Fermiamo il modello Marchionne in Fiat, costruiamo un modello sindacale democratico e partecipativo.
Partecipa: Mimmo Loffredo (Rsu Fiom Fiat di Pomigliano)
Sabato 29 gennaio
Campi Bisenzio (Fi), villa Montalvo, sala Nesti, via di Limite 1, traversa di Viale Paolieri
h 14.30 Gruppo di discussione: Contro il collegato lavoro, difendiamo lo Statuto dei Lavoratori
Discussione sul contenuto del cosiddetto collegato lavoro (legge 1167-B), di formazione sui contenuti dello Statuto dei Lavoratori e sui tentativi in atto di abolirlo. Introducono operai e precari della Menarini
h 16.30 Gruppo di discussione: La democrazia in fabbrica, dai consigli di fabbrica alle Rsu
Discussione sulla storia della rappresentanza sindacale e sul nostro modello di democrazia sindacale. Introducono operai metalmeccanici della Cso e Gkn
h 18 Assemblea generale finale
Uniamo le lotte, verso lo sciopero generale!
Un'assemblea che a partire dalla lotta dei lavoratori migranti di Milano e Brescia approfondisca la necessità dello sciopero generale e di un programma rivendicativo che unifichi il mondo del lavoro.
Partecipa: Marcelo Galati (cassaintegrato metalmeccanico, lavoratore migrante salito sulla torre di via Imbonati a Milano per protestare contro la sanatoria truffa del Governo Berlusconi)
h 21 Cena al Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos di Campi Bisenzio (Fi), via Chiella numero 4, vicino al capolinea del 35, stadio Zatopek
Seguirà concerto di autofinanziamento
Le attività di autofinanziamento nel corso della 2 giorni, serviranno a ripagare i costi di partecipazione allo sciopero del 28, al finanziamento di eventuali casse di resistenza o sottoscrizioni nazionali lanciate dalla Fiom stessa.
ORGANIZZANO: Coordinamento 20 maggio Firenze e Comitato Anticrisi Mugello.
Scarica il volantino dell'iniziativa
Ore 21.00 cena di finanziamento in sostegno della Freedom Flottilla 2 che, dopo i tragici eventi dello scorso anno con i 13 attivisti turchi pro-palestina uccisi da Israele, in primavera proverà nuovamente a rompere l'embargo e portare aiuti e solidarietà alla popolazione di Gaza. Interveranno alcuni partecipanti alla Freedom Flottilla 2 (per prenotazioni e info scrivici)
Ore 22.30 concerto con:
Bittercocks
Headbangers
Alano
+ Parole + Diritti + Cittadinanza = Meno calci nel culo
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Il 27 Dicembre 2008 il governo razzista e colonialista di Israele lanciò l'operazione “Piombo Fuso”: 22 giorni di bombardamenti indiscriminati sulla striscia di Gaza, un lembo di terra dove risiedono oltre 1,5 milioni di persone (l'80% rifugiati) di cui 800.000 bambini. Una immensa e popolatissima prigione a cielo aperto tenuta da anni sotto assedio dall'esercito israeliano.
L'attacco, con armi Usa e con il silenzio assenso di buona parte della comunità internazionale, causò oltre 1.400 vittime – la maggioranza civili e 352 bambini – e oltre 5.300 feriti.
I bombardamenti ed il fosforo bianco non risparmiarono edifici, ambulanza, strutture sanitarie e civili e hanno lasciato tracce indelebili sulla popolazione e sul territorio palestinese.
A due anni di distanza da quella vigliacca aggressione raccogliamo - insieme ad altre realtà - l'invito della comunità palestinese in Toscana a non dimenticare, tanto più in un momento in cui gli attacchi verso Gaza e le provocazioni dei coloni aumentano di intensità con il loro carico di morti, umiliazioni, distruzioni quotidiane (ovviamente ignorate o distorte dai media occidentali).
Invitiamo pertanto tutti coloro che sostengono la causa palestinese, e non vogliono essere complici silenziosi della criminale arroganza sionista, a partecipare alle seguenti iniziative:
Venerdì 14 Gennaio 2011
ore 17-19 presidio in Piazza della Repubblica (Fi)
ore 22 al Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos proiezione di "Too shoot an elephant" (di A. Arce e M. Rujailah), documentario su Gaza durante i bombardamenti di Piombo Fuso
Sabato 15 Gennaio 2011
ore 16-19,30 presidio in Piazza della Repubblica (Fi)
Domenica 16 Gennaio 2011
ore 15,30 in Piazza della Repubblica (Fi) manifestazione per ricordare Piombo Fuso, in solidarietà con il popolo e la resistenza palestinese
Sabato 22 Gennaio 2011
ore 21 al Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos di Campi B. cena di finanziamento in sostegno della Freedom Flottilla 2 che,
dopo i tragici eventi dello scorso anno con i 13 attivisti turchi pro-palestina uccisi da Israele,
in primavera proverà nuovamente a rompere l'embargo e portare aiuti e solidarietà alla popolazione di Gaza.
Interveranno alcuni partecipanti alla Freedom Flottilla 2 (per prenotazioni e info scrivici)
Con il popolo e la resistenza palestinese. Fino alla vittoria!
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, via Chiella 4 Campi Bisenzio
Sabato 15 gennaio Comitati di Solidarietà, Collettivi studenteschi, Centri Sociali e altre realtà impegnate nella solidarietà internazionale lanciano un appello alla partecipazione al corteo che partirà alle ore 15.00 da piazza SS. Annunziata a Firenze in solidarietà con i prigionieri politici.
La tortura, l’isolamento, la detenzione in carceri di massima sicurezza sono pratiche che è costretto ad affrontare in ogni parte del mondo chi subisce la detenzione politica.
Sono misure il cui fine è quello di far tacere la lotta e la resistenza dei popoli, dei lavoratori e degli studenti, di chi si ribella all'occupazione militare, allo sfruttamento e al modo di produzione che oggi ci viene imposto, il cui ulteriore obiettivo è quello di estendere la sofferenza ai familiari, agli amici dei prigionieri ed impedire o limitare la solidarietà in una cinica e fredda visione della vendetta politica.
Non fa eccezione l'Italia con il 41bis per i "politici" e il nuovo circuito di Alta Sicurezza che sancisce l’isolamento dei prigionieri dai detenuti comuni e la loro ulteriore suddivisione in base all’appartenenza politica.
In particolare è nostra intenzione esprimere la solidarietà ai più di 700 prigionieri politici baschi dispersi nelle carceri spagnole e francesi perché protagonisti della lotta per l’indipendenza e il socialismo in corso in Euskal Herria, a Roberto Martino, Segretario Generale del Movimento Teresa Rodriguez, arrestato in occasione degli scontri avvenuti in Argentina davanti all’ambasciata israeliana, a Ahmad Sa'adat, leader del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina arrestato nel 2008 e attualmente detenuto in isolamento nella prigione di Ramon nel deserto del Naqab e ai 5 eroi cubani ancora rinchiusi nelle carceri Statunitesi.
Euskal Herriaren Lagunak – Firenze
Brigate di solidarietà e per la pace
Unione Democratica Arabo-Palestinese
CPA fi-sud
Rete dei Colletivi degli Studenti Medi fiorentini
Collettivo Politico di Scienze Politiche – Firenze
Uds – Firenze
Assemblea Popolare di Rignano Antifascista
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio
Italia-Cuba – Campi Bisenzio
Centro Politico 1921 – Livorno
CSOA Godzilla – Livorno
Partito Comunisti dei Lavoratori – Firenze
Associazione di amicizia italo-palestinese
Caat Aretino
Collettivo Bujanov - Valdarno
Spazio Popolare Autogestito Donchisciotte
I cinque eroi cubani sono rinchiusi nelle carceri imperialiste USA da oltre 11 anni perché condannati per spionaggio da giudici corrotti e da una giuria influenzate da una vasta campagna di propaganda messa in piedi dalla mafia cubana a Miami con la complicità del governo reazionario USA di Bush che allora come oggi con Obama, ha tutti gli interessi per la distruzione dello Stato socialista cubano.
Invitiamo tutti ad aderire e a promuovere la giornata di solidarietà con i 5 eroi prigionieri cubani per:
1. Contribuire ad allargare la solidarietà delle masse popolari internazionali, fare conoscere i reali motivi della loro ingiusta carcerazione e mettere fine alla ingiusta prigionia
2. Contrastare la vergognosa campagna di mistificazione e denigrazione che la propaganda borghese a livello internazionale e in particolare in Italia, sta conducendo da anni contro lo Stato socialista cubano e il suo eroico popolo.
3. Sostenere il popolo cubano che resiste eroicamente ad un micidiale embargo economico che dura da 50 anni ed imposto dai paesi imperialisti e in primis dagli USA
4. Fare conoscere l’attuale reale situazione economica, sociale e politica a Cuba
Cuba è un paese che resiste da circa mezzo secolo all’accerchiamento degli imperialisti. Dopo la caduta delle repubbliche socialiste sovietiche dall’89 in poi, Cuba ha continuato a resistere e ad essere un paese in cui si è voluto mantenere, nonostante le gravi difficoltà economiche, un ordinamento politico e sociale di tipo socialista.
dal 12 settembre 1998, sono detenuti negli Stati Uniti con condanne che vanno da 15 anni fino a un doppio ergastolo perché, a protezione del loro popolo, controllavano lattività di gruppi paramilitari anticubani che dal territorio degli Stati Uniti pianificavano attentati terroristici contro Cuba
L'informazione nascosta
Video: https://www.youtube.com/watch?v=xE8mOwZRAiU
Tour nel nostro paese dei Darg, rapper (ma non solo) di Gaza. Nei loro testi raccontano la Palestina e la loro vita nella Striscia sotto assedio. Si esibiscono nel nome del loro amico e compagno assassinato, Vittorio Arrigoni.
Di Alessandra Fava
Genova, 11 gennaio 2011, Nena News – In pubblico non possono suonare neppure a Gaza, dove vivono. Se fanno un concerto Hamas stacca la luce (almeno loro pensano sia andata così tre settimane fa). Eppure basta che mandino un sms e si materializzano centinaia di fan. Alla chetichella. Come fosse un rave party. Su Facebook hanno diecimila contatti. Si chiamano Darg Team come Da Arabian Revolution Guys, fanno un hip-hop «all'ottanta per cento politico» e sono una faccia della nuova rivoluzione palestinese. Viaggiano sull'onda del movimento del 15 marzo, di quello del 5 maggio, le nuove forme di protesta pacifista che circolano su Twitter, Internet e sulle bocche della gente. Ieri sera hanno suonato a Genova al «Che Festival» di Music for peace, una onlus genovese che organizza missioni umanitarie in zone di conflitto ed è già stata a Gaza due anni fa distribuendo viveri a 2.400 famiglie e torneranno alla fine del mese con 8 container. «Darg Team ha scritto una canzone per Vittorio Arrigoni, lui doveva essere qui con noi il 2 giugno. È come avercelo portato», commenta Stefano Rebora, fondatore e presidente.
A parlare per il Darg è invece Fadi M. Bakheet, art director del gruppo, 29 anni. «Siamo in otto tra i 24 e i 29 anni, tre stanno sul palco (Sam, Mady e Bess che hanno fondato il gruppo nel 2004), uno fa foto. Tutti scriviamo pezzi e musiche, poi discutiamo, riscriviamo finchè esce fuori quello che sentiamo».
Da dove nasce quel «Da»?
È uno scherzo linguistico, su The, tha inglese che diventa Da.
È la seconda volta che uscite da Gaza in tournèe. Che cosa avete in scaletta?
I nostri sono tutti pezzi hip-hop, in arabo. Nella scaletta abbiamo messo Unadikum, un pezzo libanese molto famoso di Ahmed Qabour e Tawfiq Zayyad. L'abbiamo riarrangiata e dedicata a Vittorio Arrigoni. Vittorio la cantava sempre, la faceva cantare alla gente nelle manifestazioni. Ci sembra ilmodo migliore di ricordarlo.
In Italia tanti hanno cercato di trovare una chiave di lettura al suo omicidio. Che cosa ne pensate?
La morte di Vittorio è stato un evento veramente tragico. Per noi era era un palestinese, non un occidentale. Protestava con noi, viveva con noi, era uno della famiglia. La notte che fu rapito tutta Gaza s'è svegliata ed è andata dal ministro dell'interno a chiedere che cercasse di liberarlo. Queste azioni a Gaza sono inaccettabili. Pensiamo che ci sia stata una regia, non palestinese. Sembra un lavoro del Mossad. E la gente di Gaza non ha mai accettato questo omicidio.
Puoi tradurre qualche frase di Unadikum?
«I palestinesi piangono la tua morte, caro fratello. Che tu possa riposare in pace. Non ti dimenticheremo mai. Scriverò parole di resistenza su tutti i muri del mio cervello, come fossero tatuaggi». È una canzone che tutti conoscono, è proprio una canzone della rivoluzione in atto. Un'altra nostra canzone, Long Live Palestine dice «non avere paura, non essere spaventato, c'è un domani luminoso. Dammi una penna e scriverò il mio dolore e ti spiegherò che cosa penso attraverso i miei testi. Le nostre case vengono distrutte, i bambini sono senza casa, ma il nostro spirito vive e questo è un dono di Allah. Vivere sotto assedio a Gaza, mi dà il coraggio per tentare di spezzarlo. Gaza vive dentro di me». Un'altra si chiama Demactory, parla del fatto che a Gaza non c'è nè democrazia, nè dittatura (da qui l'acronimo che abbiamo inventato) e che da normali elezioni siamo finiti in un regime con dei tipi appiciccati alle loro sedie, proprio quello che anche gli altri arabi contestano.
Che cosa sta succedendo al movimento dei giovani palestinesi, tipo il 15 marzo?
Va avanti. Nel mondo arabo è in atto una vera primavera. Ci sono i ragazzi del 15 marzo, del 5 maggio, ci sono vari movimenti giovanili a Gaza e nei territori occupati. Tentano una riconciliazione intergenerazionale e sopratuttto, ragazzi e ragazze, vogliono dimostrare che sono in grado di fare qualcosa e uno dei successi è la riconciliazione tra Hamas e Fatah. Come Darg team partecipiamo a tutte le azioni, siamo un piccolo gruppo, ma possiamo fare da collettore naturale. Siamo attivi nelle social commmunity e le nostre canzoni vengono ascoltate da tutti. Tra la Palestina e l'estero abbiamo raggiunto 10mila contatti su Facebook.
Le canzoni di un rapper tunisino sono vietate nel suo paese. Che cosa succede con le vostre a Gaza?
A Gaza non ci sono diritti d'autore. Ma il governo usa il pugno di ferro, ti seguono, ti osservono e cercano di prevenire. A partire dal 2009, cinque anni dopo la fondazione del nostro gruppo, ci hanno detto che non potevamo fare più musica e che ci avrebbero tenuto d'occhio. Noi ce ne siamo fregati e abbiamo continuato a fare musica. È difficile spiegare come funziona Gaza. Possono impedirci di fare concerti in pubblico, non di mettere la nostra musica in rete. E così abbiamo usato Internet anche per ospitare artisti stranieri nelle nostre canzoni e abbiamo continuato a fare piccoli concerti privati.
Piccoli in che senso?
Lo scorso anno ad aprile abbiamo mandato un po' di sms in giro per un concerto in un albergo di Gaza City. Alla fine ci siamo trovati in 200 e passa. L'ultimo concerto tre settimane fa è stato pubblico, abbiamo suonato per il convoglio italiano. Purtroppo la corrente è andata via molte volte. Siamo convinti che siano stati quelli Hamas.
In che cosa sperate?
Vogliamo la libertà per la Palestina non solo per Gaza. Andremo avanti con la resistenza pacifica, continueremo a scrivere testi, invitare gente a Gaza e cercare di raggiungere più gente possibile per influenzare le decisioni mondiali e finalmente trovare un equilibrio per il Medio oriente. Per il resto siamomolto ambiziosi, vogliamo essere fra gli autori della cultura moderna palestinese e vorremmo che la musica diventasse la nostra carriera.
I Darg suonano stasera a Torino. Poi Milano, Bologna, Firenze, Urbino, Roma, Trento. Il 20 luglio contano di essere a piazza Alimonda, dieci anni dopo la morte di Carlo Giuliani.
Questa intervista e' stata pubblicata l'11 giugno 2011 dal quotidiano Il Manifesto
Video: https://www.youtube.com/watch?v=uP4cRATF62A
Corso gratuito
1° Incontro. Ore 19.00
+ Parole
+ Diritti
+ Cittadinanza
= Meno calci nel culo
Primera reuniòn de organizaciòn:
lunes 10/01/2011 horas 19.00
en la sede de c.s. k100fuegos, via Chiella n. 4, Campi Bisenzio
"màs palabras màs derechòs
màs palabras màs ciudadanìa
màs palabras no màs patadas en el culo!"
Première rèunion d' organisation:
Lundi 10/01/2011 H.19.00
au siège de c.s. k100fuegos, via Chiella n. 4 , Campi Bisenzio
"plus de mots, plus de droits
plus de mots, plus de citoyennetè
plus de mots, moins vous botter le cul"
First organizational meeting:
monday 10/01/2011 H.19.00
at c.s. k100fuegos, via chiella n.4, Campi Bisenzio
" more words, more rights
more words, more citizen
more words less kick your ass"
Alcuni giorni fa Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic e Ugl hanno firmato un accordo separato con Marchionne per la nascita nel 2012 della Newco Mirafiori, che andrà a sostituire la vecchia Fiat-Mirafiori. Lo stabilimento rimarrà lo stesso, ad essere cambiato sarà il nome e le condizioni presenti nello stabilimento. Con l'accordo tra Cisl, Uil, Fismic e Ugl da una lato e Fiat dall'altro, infatti, resterà fuori dalla Newco Mirafiori la Fiom-Cgil perchè non ha firmato l'accordo.
Che cosa prevede l'accordo? Innanzitutto la Neweco Mirafiori resterà fuori da Confindustria e quindi salteranno gli accordi interconfederali del 1993 sulla rappresentanza sindacale. In sostanza chi non firma, cioè chi non sta alle leggi dettate dal Lingotto, non avrà più rappresentanza, che sarà concessa solo a Cisl, Uil, Fismic e Ugl. Quindi, quando nel 2012 nascerà la Neweco, la Fiom-Cgil rimarrà fuori da Mirafiori. Spariranno, inoltre, le Rsu (le rappresentanze sindacali unitarie elette dai lavoratori) che verranno sostituite dalle Rsa (rappresentanze sindacali aziendali, che invece sono nominate dalle struttura sindacali).
L'accordo separato firmato da Cisl, Uil, Fismic, Ugl e Fiat è fortemente peggiorativo delle condizioni di lavoro degli operai: i turni potranno diventare all'occorrenza di 10 ore, i primi giorni di malattia non verranno retribuiti, le pause saranno ridotte e il tetto degli straordinari passerà dalle attuali 40 ore annue a 120. Questo in cambio di un investimetno di un miliardo di euro e una joint-venture con Chrysler per la realizzazione di vetture di fascia alta e Suv a marchio Alfa Romeo e Jeep fino a più di 100 al giorno per un totale di 250.000-280.000 vetture l'anno.
Cantiere sociale Camilo Cienfuegos
scriveteci a: bands@k100fuegos.org l'indirizzo è di nuovo attivo, indicando: nome del gruppo, città di provenienza, genere suonato, rimborso, eventuale necessità di pernottamento, recapito telefonico.
Firenze antifascista assemblea e corteo 12 e 16 Dicembre 2017
I fascisti a Calenzano!? Dove? Da quando? Perchè?
Solidarieta alla compagna Gina De Angeli!
16 ANNI di carcere per un colletto alzato...
Casapound onora i franchi tiratori fascisti nella città vetrina
Comunicato in risposta al PD e all'articolo uscito sulla nazione il 25.05.17
Valerio ci ha lasciato stamani, all'improvviso, per un malore.
Nessuno spazio ai fascisti! No al razzismo di stato! No al decreto Minniti / Orlando!
Chi sono i fascisti di Lealtà & Azione?
Fuori i nazifascisti di lealtà azione / progetto dinamo da Firenze!
Il nostro 25 Aprile in San Frediano
I solerti smemorati della questura fiorentina
Un successo la prima iniziativa di Signa Antifascista
La battaglia di Valibona il 3 Gennaio del 1944
Biografia di Lanciotto Ballerini, eroe Antifascista, comandante Partigiano.